News 15 Giugno 2009

Rete: Quale futuro per i privati

Il rapporto tra società petrolifera e imprenditore è cambiato nel tempo e cambierà ancora nel prossimo futuro. Questa evoluzione può rappresentare un’opportunità, ma occorre che i proprietari di punti vendita mutino habitus mentale e sviluppino un forte spirito di collaborazione ed integrazione. ‘, ‘Alessandro Proietti’, ‘L’ industria petrolifera attraversa un periodo di crisi, forse innanzitutto di identità, che probabilmente si protrarrà ancora per alcuni anni. A peggiorare la situazione è oggi sotto gli occhi di tutti una grave crisi della raffinazione la cui gestione richiederà un impegno straordinario, anche a livello istituzionale, con tutte le difficoltà e conseguenze che è difficile prevedere.In ogni caso, i problemi della raffinazione, della razionalizzazione rete, delle dinamiche prezzi e dei margini, sono tutti problemi di quasi esclusiva competenza dell’ industria petrolifera. Per il ruolo determinante che essa continuerà ad avere nell’economia e nel sociale di questo Paese, senza il suo diretto coinvolgimento nulla potrà essere fatto per risolvere tali problemi, tantomeno per decreti legge, attraverso fantasie tipo “Libera la Benzina” ed altre proposte del genere che sono solo la conseguenza di informazioni inadeguate, approssimativa conoscenza delle realtà operative, della facile demagogia, degli esasperati interessi di parte, dell’ assenza di una chiara visione del futuro e soprattutto della evidente incapacità di dialogare Mi auguro che il management di questa industria sia consapevole dell’ importanza del ruolo che gli compete in questo momento e intenda svolgerlo con una determinazione, che nell’ opinione di molti sembrerebbe invece essere venuta meno per l’ apparente , scarsa partecipazione agli eventi di questi ultimi mesi.L’ acquisizione di questa consapevolezza e la conseguente revisione di obiettivi e strategie con relativa modifica di atteggiamenti e comportamenti richiederà comunque del tempo, un tempo durante il quale gli imprenditori privati non potranno permettersi un black out nella gestione del loro business per responsabilità prevalentemente altrui ma che comunque impongono loro cambiamenti sostanziali D’ altronde alcune ipotesi di futuri scenari di mercato formulate alcuni anni fa sono oggi realtà che alcuni non vogliono proprio vedere. Il rapporto tra società petrolifera e imprenditore privato è cambiato nel tempo e cambierà ancora nel prossimo futuro, perché indipendentemente dai problemi contingenti è cambiata la strategia globale delle società. Esse ormai privilegiano i risultati di breve termine con conseguente obbligo alla massimizzazione dei ricavi, comunque limitati da un trend dei consumi che non aiuta, dal contenimento degli investimenti e delle spese operative. Abbiamo già molti esempi di società che si muovono nella direzione di una strategia di focalizzazione sulle attività “core” primigenie nell’ upstream e nella distribuzione primaria, relegando il marketing e gli altri servizi, trasporti, manutenzione ecc. ad accessori dei quali prima o poi liberarsi.Tale evoluzione del mercato non deve necessariamente essere vista come un rischio per l’ imprenditore privato perché al contrario può rappresentare una one-time-opportunity da cogliere per chi la vorrà e saprà cogliere. Di certo le difficoltà ci saranno per coloro che nei decenni passati hanno delegato totalmente la responsabilità della gestione dei loro impianti alle società petrolifere, limitando il loro coinvolgimento alle periodiche fasi di trattativa per il rinnovo dei contratti. Le difficoltà saranno invece molto minori e certamente gestibili da chi, pur sotto la guida delle società petrolifere, ha di fatto operato come logiche simili, investendo, rischiando, upgradando la qualità della rete e dei servizi, seguendo attentamente le dinamiche del mercato e dei prezzi.E’ comunque certo che tutti, retisti con network importanti e retisti con pochi impianti, si troveranno ad affrontare una realtà di relazioni con il fornitore diversa, con la necessità di stabilire nuove regole del gioco. Se infatti l’ industria petrolifera ha deciso di ridimensionare la sua presenza nella attività di distribuzione, inevitabilmente lo spazio lasciato libero sarà occupato dalla imprenditoria indipendente e dalla GDO che dovranno così attrezzarsi per svolgere in modo efficiente ed efficace il nuovo ruolo che spetterà loro. Nei fatti stiamo di fatto già assistendo a una sostanziale trasformazione del modo di lavorare, ma tale trasformazione sarà tanto più rapida e facile, quanto prima ci si metta in condizioni di affrontarla e gestirla. A mio parere più che di una questione tecnico-operativa, si tratta di acquisire un adeguato atteggiamento mentale, quello necessario per il passaggio, imposto o ricercato, dalla figura del commerciante-negoziante a quella di imprenditore-industriale. E’ un passaggio che prevede l’ acquisizione di una conoscenza di nozioni e meccanismi specifici che finora non era assolutamente necessario avere e la costituzione di una “massa critica” fatta di “volumi” ma più ancora di “risorse intellettuali” tali da consentire il riequilibrio dei ruoli di cui sopra.Gli imprenditori del nostro settore che dispongono di reti di punti di vendita importanti per numero, erogato, immagine, devono rendersi conto che per quanto “primari” sono poca cosa quando devono affrontare certe problematiche. Nello scenario che possiamo pensare per il futuro non ci sarà spazio per l’ individualità: il nuovo rapporto che si stabilirà con l’ industria petrolifera, per mutuo consenso e interesse, vedrà società petrolifere da un lato e un numero limitato di società fatte di imprenditori privati dall” altro in grado di dialogare nell’ ambito dei nuovi ruoli concordati, in uno spirito di reale ed efficace partnership. Oggi si parla tanto di impianti o reti “logo” e “no-logo” ma si tratta solo di una temporanea deriva di una fase di transizione. Senza dubbio l’ opzione no-logo è oggi importante perché per molti rappresenta quel corso di apprendimento necessario a capire ed interpretare i nuovi ruoli, dove le esperienze di oggi rappresentano una specie di palestra di allenamento al futuro, ma probabilmente nel tempo la questione diventerà irrilevante perché molte delle cause all’ origine saranno state eliminate. Un percorso verso il futuro accidentato ma non insuperabile specie se ci saremo convinti della importanza del concetto del “lavorare insieme” e lo avremo messo in pratica, possibilmente in uno sforzo comune, ognuno per suo conto, di tutti gli attori, società petrolifere, imprenditori privati, rappresentanze dei gestori, media, forse anche le istituzioni, di questa rappresentazione che tutto deve diventare tranne che drammatica perché in quel caso le conseguenze sarebbero ben peggiori, per tutti.