Newsletter N. 14 /2021
Giusto una settimana fa Faib, Fegica e Figisc hanno presentato al Ministro della Transizione
Ecologica, prof Roberto Cingolani, una proposta abbastanza shocking per, usando le parole
di Staffetta Quotidiana, “mettere ordine nella rete carburanti” attraverso il recupero dello
strumento della concessione. Se non altro per la singolarità della proposta e l’ ipotizzato
valore salvifico per tutti i problemi del settore attribuito alla concessione, mi sarei aspettato
che la notizia generasse una qualche reazione da parte delle rappresentanze della filiera
diventando così anche occasione per tornare a discutere delle sue ormai immortali criticità.
Niente di tutto questo… : la notizia è stata riportata immediatamente da Staffetta Quotidiana
e per quello che mi risulta soltanto da Assoindipendenti (vedi N. 12) con qualche
considerazione a “caldo” anche queste ignorate dalla stampa di settore. Nei fatti la proposta
di Faib, Fegica e Figisc è stata ignorata da tutti, non meno di quanto in precedenza lo sono
state la Risoluzione de Toma e la proposta di razionalizzazione della rete del Dicembre
scorso. Continuo a pensare che non sia un buon segno. Le proposte da qualunque parte
provengano, possono essere condivise o meno, ma non possono essere ignorate perché è
solo la conferma che le rappresentanze della filiera più che essere divise negli obiettivi e
strategie hanno eretto un muro della incomunicabilità assoluta. Continuo a pensare che se
non riusciamo ad abbattere questo muro la strada verso il futuro diventerà difficile da
percorrere. E’ questa la ragione per la quale ho ritenuto opportuno ritornare sull’ argomento
prendendo lo spunto dall’editoriale pubblicato da Staffetta Quotidiano venerdì scorso.
Trovate inoltre l’invito a dare uno sguardo allo studio elaborato dalla McKinsey sulla rete
carburanti del futuro. Il collegamento con la proposta del recupero della concessione è nel
fatto che una certa tendenza alla involuzione nel modo di approcciare i problemi che la sottointende sembrerebbe avere poco a che fare con le sfide che attendono il settore.
Vorrei che fosse chiaro che le mie sono solo provocazioni rivolte allo scopo di forzare
qualche dibattito per far cadere il muro della incomunicabilità di cui sopra
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