News 08 Maggio 2015

Intervista virtuale di Assoindipendenti alla Staffetta Quotidiana… e non solo.

Domanda N. 1 di Alessandro Proietti:

La lettura dei due articoli “Proposta carburanti, il punto dolente” di martedì 28 aprile e “Proposta carburanti, il perché del “Low profile” del 4 maggio mi ha convinto del fatto che Staffetta Quotidiana ritiene la proposta unitaria di cui alla carta del 14 aprile un importante e significativo passo in avanti in materia di razionalizzazione della rete carburanti, al punto da temere che un “incomprensibile vuoto di informazione e comunicazione” possa sminuirne la valenza quando non condizionare i conseguenti sviluppi a seguire.  Posso chiedere in che cosa consiste un significativo passo avanti in materia di razionalizzazione della rete ?

Risposta di Staffetta Quotidiana: ?

Domanda N. 2

Non vi sembra che la “proposta unitaria”, a prescindere dal fatto che sia unitaria o meno, suggerisca l’idea della “montagna che ha partorito il topolino”? Per esempio, siete d’accordo sul fatto che la “proposta unitaria” non riguarda la razionalizzazione della rete in una logica di renderla più efficiente ma solo la chiusura degli impianti incompatibili, efficienti e non, impianti che dovevano già non esistere più da almeno una decina di anni, laddove in assenza di una anagrafe della rete non è possibile neppure ipotizzare il beneficio in termini di effettiva ricaduta sulla rete residua ?

SQ : ?

Domanda N. 3

Sempre in relazione alla perdurante indisponibilità di una anagrafe della rete, non vi sembra poco professionale la scelta di coloro che vorrebbero un inseverimento dei criteri di incompatibilità che inevitabilmente faranno aumentare, rispetto ad un numero peraltro sconosciuto, il numero degli impianti da chiudere quando non è ragionevolmente possibile prevederne le conseguenze sul territorio ?

SQ : ?

Domanda N. 4

Si sostiene che la “proposta unitaria” è il “ il frutto di mesi e mesi di trattative e confronti a livello tecnico e poi politico per raggiungere alla fine un punto di equilibrio condiviso, (omissis)  che comporta anche sacrifici per chi li ha accettati, che non sono quindi soluzioni fine a stesse, o meglio a servire interessi personali, ma che vanno legate strettamente all’obiettivo anche politico della ristrutturazione”. Non vi sembra che, avendo sempre in mente la montagna ed il topolino, un tale risultato ottenuto dopo messi e mesi di lavoro, non deponga proprio del tutto a favore di chi lo ha sottoscritto mentre al contrario potrebbe suggerire qualche pesante ironia ? Nel sostenere che l’ accordo raggiunto ha comportato sacrifici potete darcene qualche esempio ? A che cosa avrebbero infatti rinunciato UP, Assopetroli, Associazioni gestori ?  Ritenete davvero che “il topolino” sia frutto della condivisione di un obiettivo politico della ristrutturazione?  Posso permettermi di considerarvi simpatici ottimisti ?

SQ : ?

Domanda N. 5

Non rivolgo alcuna domanda in merito alla proposta di semplificazione delle bonifiche dei terreni dei pv dismessi perché mi sembra che su questo argomento condividiamo sia l’assoluta rilevanza del tema, che logica vorrebbe fosse addirittura conditio-sine-qua-non da anteporre a qualsiasi idea di chiusura di impianti, sia l’ apparente inconsistenza per così dire tecnica della proposta stessa troppo semplicisticamente liquidata come “moratoria” e come tale alquanto poco appropriata per essere proposta al Ministero dell’ Ambiente.

Domanda N. 6

Piuttosto….sempre in materia di moratoria quale è il vostro punto di vista sulla proposta di sostanziale blocco nel rilascio di nuove autorizzazioni nella versione della limitazione alle sole aree catalogate industriali e commerciali prevista nella proposta unitaria e comunque, più in generale quale è la vostra opinione sulle barriere all’ ingresso nelle quali può essere compresa la richiesta delle Regioni di mantenere l’ obbligo del terzo prodotto, anche se Brussel minaccia l’ apertura di un procedimento con possibile relativa multa ?

SQ : ?

Domanda N. 7

Con riferimento alle critiche del “deficit di comunicazione” posso chiedere quale sarebbe stata la linea che avreste consigliato ?  E’ stato scritto: Una sorta di prudenza calcolata, “per la delicatezza della proposta e la necessità di non agitare troppo le acque, anche per tener conto dei faticosi passaggi che si sono dovuti superare e che ancora dovranno essere superati per arrivare al risultato finale” (omissis) e “Più in generale una scelta che rifletterebbe il fatto che questo accordo è figlio (oltreché del compromesso) di una certa ostinazione di alcuni vertici associativi rispetto ad una reale spinta dei loro associati che a sua volta rifletterebbe una certa incapacità di confronto interno e, di conseguenza, l’assenza di un progetto, di una visione di prospettiva capace di fare sintesi tra le differenti posizioni e tra i differenti interessi” presenti nella base”.  Non pensate che l’uso di termini come “delicatezza della proposta”, “faticosi passaggi”, “non agitare troppo le acque”, “ostinazione di alcuni vertici associativi”, “incapacità di confronto interno”, “assenza di un progetto” facciano intuire qualche incertezza sulla solidità della proposta rendendo così impossibile una strategia di comunicazione a sostegno della proposta stessa ?

SQ : ?

Domanda N. 8

In sintesi estrema ritenete che la “proposta unitaria” possa risultare in qualcosa di utile per la comunità, per il consumatore, per coloro i quali malgrado tutto continuano ad investire risorse finanziarie ed intellettuali in questa attività oppure che sia soltanto un altro brutto esempio a testimoniare la ormai storica incapacità del sistema a risolvere i propri problemi ?

SQ : ?