News 26 Luglio 2018

Addio Sergio Marchionne. Penso che dovremmo tutti essergli grati per aver dato lustro al nostro Paese ed a coloro che vi lavorano.

Un breve pensiero dedicato ad un grande manager della industria che se ne andato in questi giorni. Lo considero un grande non solo per i risultati a lui attribuiti, ma anche perché, a mio parere, quei risultati sono la logica conseguenza di un atteggiamento mentale non comune per il quale una volta individuati scenari, obiettivi, strategie, non si deve concedere nulla ai condizionamenti esterni che possano ostacolarne lo sviluppo. In un contesto ormai globale dove la cultura di business dominante è quella della negoziazione spesso infinita, del compromesso, della concertazione, dei tavoli, del politically correct, del rinvio, non è da poco. Un lavoro di 14 anni che dovrebbe diventare un case study nelle business school frequentate dai potenziali top manager del futuro e sono certo che così sarà per Harvard, Yale, Stanford, London Business School, ecc. MI auguro che lo stesso possa accadere anche in Italia. A proposito di Italia, penso che dovremmo tutti essergli grati per aver dato lustro al nostro Paese ed a coloro che vi lavorano. Addio Sergio Marchionne. (F.to: A.Proietti)

  • Mercato 1. Gasolio, smacco dalla Danimarca2. Carburanti e rapine, la denuncia della Faib

    1. Luglio 23 – SQ : Gasolio, smacco dalla Danimarca

    “ Ci lamentiamo che in Italia la domanda di prodotti petroliferi latita, che negli ultimi mesi gli unici prodotti che tirano sono il carboturbo e la carica petrolchimica e poi leggiamo che una gara della Marina Militare (Direzione degli armamenti aeronautici e per l’aeronavigabilità) per la fornitura di gasolio marina alle basi di Taranto, la Spezia e Augusta è andata ad una società danese attiva nei buncheraggi, ma senza depositi né affiliate nel nostro paese. Uno smacco per l’industria petrolifera italiana che vanta raffinerie all’avanguardia nella produzione di prodotti petroliferi al top della qualità come quelle di Sannazzaro, Sarroch, Taranto, Augusta, Priolo e che non è stata in grado di offrire quello che richiedeva la Marina Militare in termini appunto di qualità e di prezzo. Uno smacco che non può neppure essere spiegato con il fatto che si tratta di prodotti con specifiche Nato perché in Italia da sempre le basi Nato pullulano e da sempre vengono rifornite dall’industria italiana sia che si tratti di prodotti avio che di prodotti marina. Prodotti che tra l’altro, proprio per le loro specifiche particolari, osiamo sperare sfuggano ai canali di distribuzione sempre più in mano all’illegalità. E allora? Di certo è un fatto inspiegabile, tanto più che risulta che quella della società danese è l’unica offerta pervenuta, come dire che nessun operatore italiano ha manifestato il purché minimo interesse e quindi non c’è stato alcun rilancio, con il valore finale aggiudicato uguale a quello inizialmente stimato. Uno smacco ancora maggiore se si scoprisse che a rifornire la società danese è una raffineria italiana”

    Considerazione : Davvero una situazione molto singolare. Forse sarebbe di aiuto conoscere a quali condizioni la gara è stata vinta dalla Unioil danese (fondata nel 2014). Da internet non si ricavano dati di vendita né altri di qualche interesse. Nella mia esperienza, nel “privato” una gara alla quale avesse partecipato un solo fornitore veniva annullata.

     

    2. Luglio 24 – Carburanti e rapine, la denuncia della Faib. Troppo contante sui punti vendita, moneta elettronica ostacolata dalle “esose commissioni bancarie”. L’appello al ministro dell’Interno Salvini dopo l’ennesima rapina

    “Ancora troppi contanti girano sulle stazioni di servizio, in barba agli impegni di facilitare la diffusione della moneta elettronica, ostacolata in ogni modo dalle esose commissioni bancarie, segnalate tra le più alte d’Europa, senza che nessuna delle autorità si occupi dello stacco bancario italiano”. Lo denuncia la Faib commentando la rapina a un punto vendita carburanti di Busto Arsizio (Varese), conclusasi con il ferimento grave del gestore. (….) Secondo Faib il punto “essenziale da affrontare è la sicurezza sugli impianti, un punto imprescindibile che chiama in causa il Mef, presso cui è ancora fermo il tavolo di lavoro per dirimere la questione dei costi delle transazioni elettroniche, le forze dell’ordine che, in considerazione dell’alta replicazione degli accadimenti, dovrebbero monitorare maggiormente le aree di distribuzione carburanti e le compagnie e i proprietari degli impianti che, di fronte a questi fatti, dovrebbero sentire il dovere di intervenire con misure e strumenti di dissuasione”. (….) Al ministro Salvini, da poco capo della Polizia, diciamo che questa è una vera e propria emergenza. Di riprendere il fascicolo che giace al Viminale e riaprirlo. Il Governo, le istituzioni, le banche, i petrolieri devono fare la loro parte. Non è giusto essere rapinati dell’incasso di una giornata rischiando la vita, rimetterci tutto il bottino che come noto viene custodito dal gestore a suo rischio e pericolo, quando invece gli spetta appena il 2% di quella cifra che gli viene rapinata dai malviventi”. (…..) Anche l’industria petrolifera e i titolari dei punti vendita possono e devono fare la loro parte, investendo sui distributori carburanti, contenendo i costi delle carte fedeltà, assicurando gli impianti. (….)

  • Illegalità 3. L’ultima frontiera della camorra

    3. Luglio 25 – SQ : L’ultima frontiera della camorra. Un inchiesta sul settimanale L’Espresso.

    “L’ultima frontiera della camorra”. Così il settimanale l’Espresso da ieri in edicola definisce il business dei carburanti “di contrabbando”, un affare che “comporta meno rischi del traffico di droga” e comporta guadagni “da capogiro” per “i clan che tengono i fili di questo business”. “Da qualche anno – si legge in un lungo articolo dal titolo “Borghesia camorra”, sulle contiguità tra aziende, professionisti e malavita organizzata – c’è un affare molto ghiotto in ballo. Il carburante illegale che arriva dall’estero, di scarsissima qualità ma molto economico. E che viene commercializzato alla luce del sole, spesso nelle pompe bianche di proprietà degli imprenditori collusi con il Sistema”. Secondo l’Espresso “è più di un semplice sospetto. Ci sono indizi di un vero e proprio cartello di camorra creato da più famiglie dell’élite criminale

    di Napoli e provincia, tra cui uomini dell’Alleanza di Secondigliano. Il business ha il suo snodo centrale a Napoli. Ma l’origine è all’estero e passa dal Centro e Nord Italia, dove c’è stato già qualche arresto”. La convinzione, prosegue l’articolo, “è che esista una strategia più ampia, con una regia criminale di altissimo profilo. Alcune delle società coinvolte utilizzate per la triangolazione della merce hanno sede a Malta, altre nell’Est Europa. L’isola del Mediterraneo è il ponte per l’Europa del petrolio libico di contrabbando. La giornalista maltese assassinata, Daphne Caruana Galizia, ne aveva intuito la portata. Le società create a Est invece servono per importare l’oro nero da Iraq e Siria. Una volta che la merce raggiunge l’Italia, una buona parte finisce in depositi del napoletano, la cui proprietà è riconducibile a uomini del cartello camorristico. Il traffico riguarda tutta Italia. Sulle tracce dell’oro nero illegale c’è la Guardia di finanza che indaga senza sosta. Anche perché l’evasione delle accise ammonta a centinaia di milioni di euro”.

    Considerazioni : Anche L’Espresso si è svegliato non facendo però onore al suo nome. Nel Marzo del 2015 Carlo Picchiotti ed il sottoscritto arrivarono ad un giornalista del settimanale al quale raccontammo per filo e per segno il dilagare del fenomeno della illegalità nel mercato distribuzione carburanti. Risultato: una bozza di articolo che bocciammo per il contenuto alquanto approssimativo, bozza che abbiamo restituito con le correzioni del caso. Naturalmente l’articolo non fu pubblicato. A distanza di 27 mesi L’Espresso presenta ail problema : naturalmente è bene che lo faccia anche se si parla solo di contrabbando, di camorra, di regia criminale di alto profilo ma non di illegalità per così dire di basso profilo, ma ancora molto diffusa, quella della evasione dell’ Iva. Comunque meglio tardi che mai.

     

  • Energia e Politica / Istituzioni 4. Accise, “ L’Italia abolisca l’addizionale regionale sulla benzina”5. Il nuovo Ministero dell’ Industria6. Di Maio: in settimana vertici Gse e Autorità7. Il codazzo elettrico di Di Maio

    4. Luglio 19 – SQ : Accise, “L’Italia abolisca l’addizionale regionale sulla benzina”. La procedura d’infrazione U: non ha finalità specifiche ma solo di bilancio.

    “ La Commissione europea ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia chiedendo l’abolizione dell’imposta regionale sulla benzina per autotrazione (Irba). L’incidenza dell’imposta, si legge nella nota Ue, è di circa 2 centesimi per litro di benzina, rispetto a 72 centesimi di accisa percepiti sulla base della legislazione armonizzata Ue. L’Irba, si legge, non ha finalità specifiche ma unicamente di bilancio, contravvenendo quindi alle norme Ue (articolo 1, paragrafo 2, della direttiva sul regime generale delle accise 2008/118/CE). Se l’Italia non si attiverà entro due mesi, la Commissione potrà inviare un parere motivato alle autorità italiane.”

     

    5. Luglio 20 – SQ : Il nuovo ministero dell’ industria. IL connubio con l’energia nei piani dei sottosegretari Crippa e Cioffi

    “ Debutto “in casa”, questa mattina, dei due sottosegretari, Crippa e Cioffi, in occasione della presentazione della Relazione sulla situazione energetica nazionale 2017. La dichiarazione non scritta che l’energia è appannaggio dei 5 Stelle, in attesa (forse già oggi) della formalizzazione delle deleghe. Diversi gli spunti emersi, nel merito e nel metodo, a partire dal connubio stretto tra energia e sviluppo industriale del Paese. E dal fatto che la relazione è stata presentata in un evento pubblico: una “prima” assoluta per un documento che è arrivato alla quarta edizione, e che finora era rimasto in un ambito tutto sommato “tecnico”. E il “tocco” politico si avverte anche nella sintesi del documento: poco più di una pagina, per oltre la metà dedicata a fonti rinnovabili ed efficienza. Uno “squilibrio” cui ha fatto da contrappeso il direttore Gilberto Dialuce nel presentare il documento: dopo un breve accenno sulla “attitudine dell’Italia alla sostenibilità” (pur con un arresto della riduzione dell’intensità energetica nel 2017), Dialuce ha dato ampio spazio al settore petrolifero, in particolare per quanto riguarda la bilancia commerciale: a fronte di un aumento dell’import di greggio, ha sottolineato, si è registrato un parallelo aumento delle esportazioni petrolifere, segno che le raffinerie italiane, pur in crisi, hanno aumentato le lavorazioni. (….) La presentazione della Relazione è stata dunque l’occasione per una prima declinazione dei proclami politici in linee di azione determinate, sulla base dei dati reali. E la prima indicazione che emerge è un’attenzione particolare all’industria, e all’energia in relazione all’industria, al tessuto produttivo nazionale. (….) Cioffi si è poi soffermato sull’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo, il cui aumento nel 2017 “ha riguardato quasi esclusivamente il settore privato. C’è tanto da fare – ha aggiunto – per immaginare l’energia e l’industria del futuro”. Un binomio, questo di energia e industria, che torna anche parlando di auto elettrica: “l’industria italiana deve accompagnare il processo, altrimenti importiamo batterie e auto da Usa e Cina e si rischia di fare come con il fotovoltaico, la cui base produttiva italiana andò persa perché non fu trattato molto bene dalla politica dell’epoca. E poi siamo andati a comprare i pannelli in Cina. Non si tratta – ha aggiunto – di un bieco

    nazionalismo autarchico, ma di lavorare per il bene del Paese, di avere ricadute in termini di economia e lavoro”. Un accenno alle potenzialità dell’idrogeno e del metano auto (che “ha un sistema di distribuzione molto diffuso: il gas è un vettore molto importante”) e conclusione sui costi: “dobbiamo cercare di fare tutto senza pesare ulteriormente sulle bollette degli italiani”.

    Crippa ha ripreso il discorso proprio dal gas, “meccanismo di transizione verso l’obiettivo 100% rinnovabili. L’infrastruttura – ha aggiunto – non deve aumentare in maniera sconsiderata, altrimenti si perde di vista l’obiettivo”. Il gas, ha aggiunto, è una soluzione per il trasporto pesante e quello navale”. E anche per Crippa arriva subito il collegamento con le attività produttive: “anche nei tavoli di crisi dobbiamo orientare le scelte su quello che dobbiamo fare in materia di energia”. Come pure il riferimento ai costi in bolletta. “C’è la necessità di non caricare ulteriormente costi in bolletta”. Argomento che richiama subito la questione delle rinnovabili elettriche: “siamo al lavoro con tutti gli organismi pubblici per creare Ppa (contratti di lungo periodo, ndr) rinnovabili per le pubbliche amministrazioni: cerchiamo il modo di farlo partire subito, lasciando ai privati la possibilità di operare sul mercato, ma il pubblico deve dare l’esempio”.

    Anche per Crippa un accenno alla mobilità elettrica, sulla base dell’esperienza personale: sono ancora molti i limiti, soprattutto in piccoli centri, ma bisogna “sfatare il mito che una diffusione della mobilità elettrica creerebbe grandi problemi alla rete di distribuzione, un’eventualità negata tra l’altro da alcuni studi di Rse”. (….)

    Commenti : Apparentemente un concetto è chiaro e condiviso dai sottosegretari ed è quello di “non pesare ulteriormente sulle bollette degli italiani”. Naturalmente rimane la curiosità/timore riguardo al finanziamento degli incentivi/investimenti necessari per “non perdere di vista l’obiettivo del 100% rinnovabili”. Per quanto riguarda “ l’ industria italiana che deve accompagnare il processo (auto elettrica) altrimenti importiamo batterie ed auto da Usa e da Cina” non mi è chiaro, o forse non è loro chiaro, cosa si deve intendere per industria italiana. A mio parere il problema non è tanto nel passare da un propulsore, da endotermico ad elettrico (problema del tutto diverso è quello dell’ auto a guida autonoma), sia pure con tutti gli adattamenti del caso che concettualmente non dovrebbero essere problematici, quanto quello delle batterie che, purtroppo, temo, come i pannelli, finiremmo per dover comprare dalla Cina per il semplice fatto che questo paese ha già fatto molti passi avanti per il controllo del mercato del litio, metallo fondamentale per la costruzione delle batterie. Di questo ho già scritto nella Newsletter N. 19 / 2018 del 25 Maggio.

     

    6. Maggio 25 – SQ : Di Maio – In settimana i vertici Gse e Autorità. L’intervento al convegno Anev-Elettricità Futura. “Consultazione ampia sul piano energia clima”

    “Questa settimana individueremo i vertici del Gse e dell’Autorità per l’energia (Arera) e ci metteremo al lavoro per riuscire a far diventare questo Paese al 100% rinnovabile”. Lo ha detto il vice premier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio parlando al convegno Anev-Elettricità Futura che si è svolto oggi a Roma “Le rinnovabili al centro della transizione energetica – Cosa serve per realizzare gli obiettivi al 2030”.

    “Il ruolo del nuovo Gse – ha detto Di Maio – sarà essenziale in questo settore e dovrà lavorare efficacemente in coordinamento con il Mise e con l’autorità Arera. Proprio per questo, come governo abbiamo già individuato il nome del nuovo amministratore delegato del Gse: sarà uno di voi, una persona totalmente pro rinnovabili e pro efficienza energetica, che sono due pilastri per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e sviluppo economico del Paese. Entro la fine della settimana porterò in Consiglio dei ministri i nomi dei nuovi vertici di Arera, in modo tale che la squadra per avviare la transizione energetica del Paese sia completa, e tutti insieme si possa iniziare il lavoro per creare un Paese che abbia la grande ambizione di diventare al 100% rinnovabile tra qualche anno”.

    “Decarbonizzare e defossilizzare produzione e finanza. Nel contratto di Governo abbiamo segnalato che dobbiamo perseguire la green economy, l’economia circolare”, ha detto il ministro in apertura, “come cittadino italiano che si è sempre battuto per le rinnovabili al posto delle fossili, provo un grande orgoglio per quello che ci accingiamo a realizzare tutti quanti insieme”. Per il ministro bisognerà sbloccare le possibilità attraverso strumenti normativi: “secondo me fino ad ora si è andati in una direzione sbagliata”.

    Un primo passo sarà il decreto Fer, che potrebbe contenere i nuovi Ppa per la pubblica amministrazione così come preannunciato da Davide Crippa (v. Staffetta). Quindi il Governo si concentrerà sugli obiettivi europei al 2030: “ci dicono che dovremo raddoppiare la produzione di energia elettrica da rinnovabili”. Questi obiettivi insieme alle predisposizioni del Governo guideranno il piano clima-energia, “bozza che sarà inviata alla Commissione entro dicembre”, e “sul piano sarà avviato un processo di condivisione molto ampio che coinvolgerà oltre al Parlamento, le autorità locali e regionali, gli operatori di settore e la società civile”.

    Il ministro è poi intervenuto in tema di mobilità: “È nostro obiettivo dare massima attenzione anche allo sviluppo delle rinnovabili nei trasporti, dove c’è in corso una importante battaglia europea, supportando il

    passaggio alla mobilità elettrica in abbinamento alla produzione di fonte rinnovabile e sostenendo, nel periodo di transizione, il biometano, valutandone attentamente i costi, l’inquinamento e i prodotti reflui in uscita dagli impianti”.

    Rispondendo a margine alla Staffetta ha aggiunto: “per la mobilità è chiaro che un grande volano per l’automotive è l’elettrico. Senza innamorarci particolarmente perché cambieranno ancora le tecnologie, per ora investimenti nella mobilità elettrica sono una priorità di questo Governo perché rappresentano un’occasione di sviluppo industriale”, e ha citato la Breda-Menarini Bus, Termini Imerese, Pomigliano D’Arco e Melfi: “potranno avere buone opportunità di sviluppo se investiremo nella mobilità elettrica”. (….)

    Considerazioni : Ho sottolineato le frasi che più mi preoccupano: parole, frasi, che fanno pensare a soggetti che, beati loro, hanno solo certezze: “100% da rinnovabili tra qualche anno”, “persona totalmente pro-rinnovabili”, “orgoglio di cittadino italiano che si è sempre battuto per le rinnovabili al posto delle fossili”, ”finora si è andati nella direzione sbagliata”; ”processo di condivisione molto ampio” (tra soggetti nel loro insieme notoriamente tutti esperti della materia – questo l’ho aggiunto io). L’esperienza, anche solo di lavoro, anche recente, anche nel settore, mi fa provare nei confronti delle persone-tutta-certezza un sentimento di grande inquietudine. Per chi fosse interessato a saperlo, probabilmente-nessuno-ma-ve-lo-dico-lo-stesso, la mia filosofia di vita e di lavoro può essere ricondotta a questo adattamento di una celebre frase di Cartesio che diventa: “Cogito, sed etiam dubito, ergo sum”. La certezza è il prodotto della valutazione dei dubbi e quindi se il dubbio è zero anche la certezza vale poco. Poi magari si sbaglia lo stesso…! Non sarò diventato Vice-presidente del Consiglio, non Ministro dello Sviluppo e Ministro del Lavoro ma il mio “dubito ergo sum” mi ha portato bene e sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti, nel lavoro e nella vita privata. Una filosofia, quella del dubbio che mi sentirei di consigliare a molti e specialmente in certe circostanze.

     

    7. Luglio 26 – SQ : Il codazzo elettrico di Di Maio

    “Neanche una cometa ha una coda così”. Così uno dei presenti al convegno di ieri di Anev ed Elettricità Futura sulle rinnovabili ha descritto il passaggio del ministro Di Maio e della scia di persone al suo seguito tra cronisti, lobbisti e collaboratori. I flash e le strette di mano hanno dimostrato l’attesa del settore elettrico (rinnovabile e non) per la prima uscita da “ministro dell’energia”. Anche se poi Di Maio non è andato oltre l’enunciazione di principi tutto sommato generici e ha letto un intervento scritto – cosa non usuale per il leader grillino, mentre più nel dettaglio è sceso il sottosegretario Crippa, che ha chiuso il convegno.

    L’entusiasmo mostra che nel settore elettrico c’è grande attesa nei confronti delle scelte del governo, più che in altri settori, anche perché le fonti verdi devono fare ancora molto affidamento su politiche, regole, incentivi. La speranza è che non si dimentichi quel 68% di energia che nel 2030 sarà ancora non rinnovabile. Anche quello va governato.”

  • Transizione Energetica & Mobilità 8. Cronologia settimanale9. Rossetti: per modernizzarsi il settore ha bisogno di indirizzi chiari10. Snam e Luiss lanciano una cattedra sulla Transizione Energetica11. Woods (ExxonMobil), ascolraee la gente per dar loro energia con meno emissioni

    8. Luglio 23 – SQ : Cronologia settimanale

    “ Il diesel non è morto: in soccorso del motore a gasolio questa settimana arrivano le dichiarazioni del presidente di Ford Italia, Fabrizio Fantoni, e la campagna promozionale di Mazda per la XC-5 diesel. L’improvviso aggravarsi delle condizioni di Marchionne hanno portato Mike Manley ai vertici di Fca. Manley, presidente e a.d. di Jeep, aveva lanciato l’elettrificazione e l’addio al diesel del gruppo nell’ultimo piano industriale. In Italia, la Valle d’Aosta studia un piano di sviluppo per la mobilità elettrica mentre parte a Roma la seconda fase del Pums.”

    Lunedì 16 luglio

    – Mobilità sostenibile in Valle d’Aosta. La Giunta regionale ha presentato al Consiglio un disegno di legge per lo sviluppo della mobilità sostenibile. In una nota si legge che la proposta “si inquadra nell’ambito delle iniziative volte alla riduzione dei consumi di carburanti convenzionali e quindi al mantenimento della qualità dell’aria, prevedendo incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi plug-in, per la realizzazione di stazioni di ricarica domestiche, per la trasformazione di veicoli a motore endotermico in elettrico e per il rinnovo del parco veicoli di proprietà di soggetti istituzionali pubblici”.

    Martedì 17 luglio

    – Toninelli a Torino per la guida autonoma. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha incontrato

    a Torino la sindaca Chiara Appendino: tra i temi dell’incontro anche il ruolo che il capoluogo sta svolgendo nella sperimentazione della guida autonoma in Italia.

    Roma, seconda fase del Pums. Con un post su Facebook la sindaca Virginia Raggi ha avviato la seconda fase di consultazione del Piano urbano della mobilita sostenibile (Pums) della Capitale in cui i cittadini potranno esprimere le proprie preferenze in tema di mobilità.

    Tesla, la Model 3 l’elettrica più profittevole. A sostenerlo Sandy Munro, il presidente di una società di consulenza – la Munro & Associates – specializzata nel settore automotive. Secondo quanto affermato da Munro in uno show televisivo statunitense di settore e ripreso da Reuters, la Model 3 di Tesla garantirebbe un margine di profitto netto del 30% al produttore.

    Mercoledì 18 luglio

    – Batterie italiane Fiamm Energy Tecnology presenterà, in anteprima, alla prossima Fiera Internazionale Automechanika di Francoforte (in programma dall’11 al 15 settembre) la nuova gamma di batterie ecoForce, progettata specificatamente per equipaggiare le vetture dotate di sistema start&stop.

    – Atlantia-Fca. Le due aziende hanno firmato un protocollo di intesa per una partnership commerciale e tecnologica per offrire servizi di mobilità innovativi ai rispettivi clienti, soprattutto con riguardo alla connettività dei veicoli.

    Uniliver sceglie le ibride Toyota. La multinazionale ha stretto un accordo con la casa giapponese per la prima flotta di veicoli Full Hybrid Electric per uso aziendale. L’obiettivo è di sostituire 250 auto aziendali con le Toyota Auris Hybrid in tre anni, entro la fine dell’anno dovrebbero essere consegnate le prime 70.

    Batterie cinesi. Secondo il broker Sanford C. Bernstein & Co. l’intenzione del governo di Pechino di tagliare le sovvenzioni al settore dello storage porterà a un pesante consolidamento del settore: al momento le uniche società che sarebbero al sicuro sarebbero i giganti Catl e Byd, su un campione di 25 produttori.

    Giovedì 19 luglio

    Ford Italia sul diesel. “La qualità dell’aria non migliora con il blocco della circolazione dei diesel euro6. Sarebbe molto più efficace svecchiare il parco auto circolante prevedendo degli incentivi”. Lo ha affermato il presidente di Ford Italia, Fabrizio Faltoni, che ha puntato il dito anche contro le amministrazioni che cavalcano il sentimento negativo creato dal dieselgate: “Tale sentimento è stato ed è utilizzato da alcune amministrazioni locali che demagogicamente cercano consenso generando le preoccupazioni dei cittadini”.

    Colonnine a Chieti. Enel X e il Comune di Chieti hanno reso noto che le 15 infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici previste dal programma nazionale “Sole” verranno installate e attivate gratuitamente a partire dal prossimo settembre.

    Colonnine nei porti. Enel X e Assoporti hanno firmato un protocollo d’intesa per l’installazione di 300 punti di ricarica per veicoli elettrici nelle aree gestite dalle 15 Autorità di sistema portuale del Paese, in un totale di 57 porti.

    Sondaggio sulle auto elettriche. Reed Exhibitions Italia e la rivista bimestrale Nuova Energia hanno preparato un sondaggio – in vista di That’s Mobility (25-26 settembre 2018 al Milano) per indagare sulle conoscenze degli italiani, sui trend e sulle fake news in tema di mobilità elettrica. È possibile partecipare al sondaggio “Presa… in pieno” dal sito della rivista.

    Colonnine europee per Alperia. Il fornitore energetico alto atesino ha reso noto di aver raggiunto un accordo di collaborazione con la rete di ricarica Hubject che permetterà ai suoi clienti di usufruire di circa 12mila stazioni di ricarica in Europa.

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    Venerdì 20 luglio

    L’auto che immagazzina la CO2. A rilanciare la possibilità della presentazione di un prototipo entro la fine dell’anno è stato Claudio Spinaci, presidente di Unione Petrolifera, in un’intervista sulla rivista Dueruote.

    Traguardo per il car sharing di Bmw. DriveNow, il servizio di mobilità condivisa della casa tedesca attivo anche a Milano con 500 vetture, ha tagliato il traguardo dei 100mila clienti.

    Mazda non abbandona il diesel. La casa automobilistica giapponese ha lanciato una campagna di comunicazione sulla CX-5 con motorizzazione diesel per garantire il valore della vettura nel tempo. Con l’acquisto del suv Mazda, infatti, il cliente potrà usufruire della formula Mazda Advantage che fissa nel momento dell’acquisto il valore di rivendita della CX-5 dopo tre anni.

    Sabato 21 luglio

    Fca. A causa dell’improvviso peggioramento delle condizioni di salute di Sergio Marchionne, il cda

    del gruppo italoamericano ha eletto Mike Manley, presidente e ad di Jeep, come nuovo amministratore di Fca. Lo stesso Manley aveva lanciato lo scorso mese, durante la presentazione del piano industriale del gruppo, il programma di “elettrificazione” e l’addio al diesel del gruppo automobilistico.

    Domenica 22 luglio

    Di Maio e Toninelli su Marchionne. ‘’Non l’ho incontrato ma i nostri staff erano in contatto da qualche settimana e mi dispiace di non aver avuto modo di confrontarmi con lui sul futuro dell’auto elettrica, era una mia intenzione farlo”, sono le parole di Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico e del lavoro, riportate da Ansa. Nella mattinata di lunedì invece il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, così ai microfoni di Radio1: “aver investito per troppo tempo ancora su motori a gas metano come rappresentazione del futuro credo sia un’ombra perché in realtà è l’elettrico o addirittura l’idrogeno il futuro della mobilità. Se avessi avuto la possibilità di incontrarmi con Marchionne, e l’avrei fatto, avrei parlato di un progetto strutturale sulla mobilità elettrica”.

     

    9. Luglio 25 – SQ : Rossetti: “per modernizzarsi, il settore ha bisogno di indirizzi chiari”. In una intervista a Quattroruote.

    “La criminalizzazione del diesel è un non senso stucchevole e irrazionale. Già oggi i motori a gasolio di ultima generazione emettono il 15-30% in meno di CO2 rispetto agli omologhi a benzina. Il vero problema italiano è la vetustà del parco circolante: il 40% dei 37 milioni di autovetture che circolano è sotto l’Euro 4, l’età media supera i dieci anni. Occorre accelerare con opportune iniziative la sostituzione dei veicoli del trasporto privato, a prescindere dalla tecnologia e dall’alimentazione”. Lo afferma Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli-Assoenergia, in un’intervista a tutto campo sui problemi e sulle criticità della rete carburanti curata da Filippo Buraschi e pubblicata sull’ultimo nunero di Quattroruote. In cui non nasconde la preoccupazione che con il nuovo esecutivo si riparta un’altra volta da zero.“Per modernizzarsi, dice, questo settore ha bisogno infatti d’indirizzi chiari, condivisi e stabili. Altrimenti è impossibile pensare a investimenti che hanno tempi di rientro che superano i dieci anni”. Da qui la richiesta a governo e istituzioni di regole stabili, chiare, coerenti, centralizzate, orientate agli obiettivi. “

    Considerazioni : Questa è una ottima sintesi della intervista da parte di SQ. Per quanto mi riguarda, senza riportare per intero l’intervista, vorrei fare alcuni commenti su alcune frasi del presidente di Assopetroli.

    “Occorrono pragmatismo e neutralità tecnologica. Si rischia, altrimenti, di allocare risorse importanti.

    Sono assolutamente d’accordo.

    l’elettromobilità: che è “un pezzo importante del cambiamento, soprattutto in ambito urbano, perché la sua evoluzione sarà condizionata da una pluralità di fattori oggi in parte ancora imponderabili: industriali e tecnologici, economici e tariffari, normativi e regolamentari”.

    Sono assolutamente d’accordo

    “la trasformazione epocale che sta vivendo il sistema della distribuzione dei carburanti, imporrà inevitabilmente una forte razionalizzazione della rete e la diminuzione dei punti vendita”. “ci sono circa 5 mila impianti che erogano meno di 350 mila litri all’anno e che sono al di sotto della soglia di sopravvivenza

    Naturalmente sono d’accordo sulla previsione di una forte razionalizzazione della rete come d’altronde ho detto nella intervista Oil&nonOil di qualche giorno fa (vedi Newsletter N.28). Aggiungo solo che ci dovrebbe essere del rammarico nel doversi porre un problema, che non non avrebbe dovuto essere tale da venti anni a questa parte, solo oggi in piena Zona Cesarini, quasi fuori tempo massimo. Mi auguro solo che la razionalizzazione della rete questa volta vada oltre la dismissione degli impianti incompatibili (peraltro ancora attivi) e che come per la transizione energetica valga la logica della “neutralità”, in questo caso dell’ “efficienza” nel senso che gli impianti non efficienti devono essere chiusi e basta, senza incentivi, solo a carico del titolare della autorizzazioni e tanto meno di del consumatore e di quegli imprenditori che la razionalizzazione delle proprie reti se la sono gestita per conto proprio senza chiedere aiuto a nessuno. In altre parole Assoindipendenti continua a sostenere che la razionalizzazione della rete è un investimento di efficienza, e che tale maggiore efficienza deve rappresentare la giustificazione economica dell’investimento stesso. In precedenza, su questo punto Assoindipendenti ed Assopetroli non si sono trovate d’accordo ma spero che le divergenze siano oggi superate soprattutto perché lo richiedono i fatti.

    “Assopetroli continuerà a monitorare il fenomeno illegalità, nella speranza che i provvedimenti

    messi a punto per contrastarla abbiano effetto e a dialogare con le istituzioni per affinare gli strumenti”.

    Monitorare ?! Speranza ?! Non sono sufficienti, come dimostra il permanere del fenomeno . Si può/deve fare di più.

    (fatturazione elettronica).:“oltre il 70% della distribuzione al dettaglio non è pronta. L’automazione di 20 mila distributori non è banale, anche perché occorre contenere al massimo i costi operativi dell’adempimento, alla luce della bassa marginalità dei punti vendita.

    70 % ?! No comment ….

     

    10. Luglio 25 – SQ : Snam e Luiss lanciano una cattedra sulla transizione

    LUISS e Snam hanno presentato oggi a Villa Blanc l’accordo di sostegno al Master della LUISS Business School in Management and Technology, major in Energy Industry, e nell’istituzione di una Cattedra in Energy Economics and Policies, finalizzata alla realizzazione di un progetto di ricerca sulla transizione energetica.

     

    11. Luglio 26 – SQ : Woods (ExxonMobil), ascoltare la gente per dare loro energia con meno emissioni. In un’intervista al Financial Times. Una filosofia che non rinnega 135 anni di successi

    “ Riconoscere, anzi addirittura accogliere ed esaltare, le preoccupazioni sul cambiamento climatico che vengono manifestate dagli azionisti, ma nello stesso tempo non deflettere dall’impegno di garantire la copertura dalla domanda del petrolio e del gas naturale che, a dispetto di molte previsioni, continuerà a crescere. Una previsione che giustifica gli investimenti effettuati per aumentare la capacità di offerta. Se è vero infatti che la domanda di benzina per alimentare i veicoli leggeri potrà raggiungere il picco ed eventualmente declinare, sulla scia di automobili che diventano più efficienti e di quelle elettriche che vedranno crescere la loro quota di mercato, è vero anche che la domanda preveniente dal trasporto pesante e dalla petrolchimica difficilmente potrà essere rimpiazzata.

    E’ questa la filosofia a cui si ispira il nuovo numero uno di ExxonMobil, Darren Woods, che dal 1° gennaio 2017 ha preso il posto di Rex Tillerson al vertice del più grande gruppo energetico mondiale. E che emerge da una lunga intervista pubblicata oggi dal Financial Times. Convinto che “se gli azionisti avanzano legittime preoccupazioni, io devo dare loro legittime risposte”. Per essere certo, dice, che la sua società risponda ai cambiamenti in corso nel mondo. Perché, “il modo migliore per ottenere il massimo dalla gente e trarne le migliori soluzioni e le migliori idee è quello di impegnarsi in un dibattito costruttivo con una diversità di opinioni e di idee”. Anche se, mette le mani avanti, il messaggio fondamentale non è cambiato rispetto ai suoi predecessori, sia Tillerson che Lee Raymond. Perché, rileva, “non saremmo riusciti ad operare da 135 anni con successo in questo settore se in questo arco temporale non avessimo dato la dovuta attenzione ai cambiamenti e alle domande che arrivavano dalla società”. Che oggi significa accogliere appunto gli appelli dei governi, degli investitori e dei clienti sui modi di affrontare la minaccia del cambiamento climatico. Capire cioè che “essi vogliono continuare ad avere energia, ma energia con meno emissioni”.

    Commento : Secondo me Darren Woods la fa troppo facile…. Staremo a vedere.

    AP