News 16 Luglio 2018

Frodi carburanti, interrogazione Casini: rafforzare i controlli. Passo avanti con le nuove norme, attuazione impervia. “La liberalizzazione ha ridotto i prezzi ma lasciato campo libero ai rifornimenti illegali”.

Frodi carburanti, interrogazione Casini: rafforzare i controlli. Passo avanti con le nuove norme, attuazione impervia. “La liberalizzazione ha ridotto i prezzi ma lasciato campo libero ai rifornimenti illegali”. “Segnali preoccupanti di un allentamento del fronte anti-illegalità” (omissis) “Il settore andrà incontro nei prossimi mesi e nei prossimi anni a ulteriori stravolgimenti, dal punto di vista degli assetti proprietari. Il rischio è che, nel momento in cui molti getteranno la spugna, a raccogliere il testimone ci sarà solo (o soprattutto) chi ha accumulato fortune operando nella “zona grigia” (G.Masini).

  • Mercato 1. GNL Marghera, San Marco: diversa visione industriale rispetto a Decal2. Carburanti, Esso amplia l’accordo con Gruppo MInardo

    1 Luglio 11 – SQ : GNL Marghera, San Marco: diversa visione industriale rispetto a Decal. Le ragioni della uscita della Join Venture.

    “ San Marco Gas (controllata di San Marco Petroli) ha deciso di uscire dal progetto di deposito costiero di GNL messo a punto con Decal per diversità di vedute su visione industriale e analisi di mercato. In una nota, la società specifica le motivazioni dell’uscita dalla compagine societaria di Venice LNG, la joint evnture costituita con Decal per il progetto di costiero, sottolineando che “il GNL rimane comunque ambito di sviluppo prioritario per San Marco Gas”. Le ragioni che hanno condotto alla decisione “non riguardano l’analisi del potenziale sviluppo del GNL, ma attengono invece alle strategie di approccio al mercato stesso, così come proposte dal socio di maggioranza, che sono risultate diverse dalla visione industriale e dall’analisi di mercato condotta dal gruppo San Marco”. A quanto pare, le divergenze si sarebbero verificate soprattutto in merito ai tempi di sviluppo, che Decal vedrebbe più brevi.

    San Marco Gas, prosegue la nota, continuerà nel suo progetto di sviluppo della rete stradale finalizzato a consentire l’utilizzo del combustibile alternativo sul territorio. “Nella visione di San Marco Gas il deposito di Marghera rappresentava un punto di ingresso strategico per la distribuzione del prodotto sul territorio. Prendendo atto dell’evoluzione del rapporto tra i soci di VeniceLNG, il gruppo San Marco studierà alternative per mantenere il progetto di sviluppo della distribuzione stradale ed industriale del GNL. In questa prospettiva le nuove progettualità del gruppo San Marco potranno auspicabilmente essere complementari a quelle di Decal e Venice LNG a cui vanno tutti i migliori auguri di successo”.

     

    2 Luglio 16 – SQ : Carburanti, Esso amplia l’accordo con Gruppo Minardo. Nuovi punti vendita a marchio Esso, prolungata la fornitura ai 64 attuali e allargata anche a quelli Giap

    “ La Esso Italiana ha rinnovato nei giorni scorsi un accordo con la Società Zenit, Gruppo Minardo, per la fornitura di carburanti e l’utilizzo del marchio. L’accordo pluriennale, secondo lo schema ormai consolidato di Branded Wholesaler (modello grossista), consiste nella fornitura di carburanti Esso dai depositi di Palermo, Augusta ed Arluno destinati agli impianti a marchio Esso della rete del Gruppo Minardo e prevede anche la conversione di ulteriori punti vendita al brand Esso. Nell’ambito dell’accordo è prevista anche la fornitura di prodotti autotrazione destinati ai punti di vendita a marchio Giap, sempre di proprietà del Gruppo Minardo. Il Gruppo Minardo, che ha sede a Modica, in provincia di Ragusa, opera circa 200 stazioni di servizio con diversi marchi, di cui 64 a marchio Esso, ubicate per lo più in Sicilia e in Lombardia. La Esso Italiana ha recentemente completato il passaggio della rete al “modello grossista” e, conclude la nota, conferma e rafforza la sua presenza nel settore della distribuzione carburanti in Sicilia e a livello nazionale continuando a servire il mercato con prodotti di qualità.”

  • Illegalità e Politica 3. Iva , sulle pompe bianche “evasione quadrupla rispetto alle colorate”4. Frodi carburanti, interrogazione Casini: rafforzare i controlli5. Frodi carburanti, FuelsEurope: serve un’azione decisa dei governi6. Frodi carburanti, che intenzioni ha il Governo ? (G.Masini)

    3 Luglio 12 – SQ : Iva, sulle pompe bianche “evasione quadrupla rispetto alle colorate” 

    Il Messaggero : Benzina venduta in nero, truffa da 4 miliardi. Per l’ex presidente della Camera è stato un errore rinviare l’obbligo di fatturazione elettronico

    “ L’evasione Iva sulle pompe bianche è pari a 4 volte quella delle pompe colorate. È una delle assunzioni su cui si è basato il ministero dell’Economia nel valutare l’impatto del rinvio al prossimo primo gennaio dell’obbligo di fatturazione elettronica per le vendite di carburanti alla pompa alle partite Iva. L’affermazione trova spazio nel documento messo a punto dal Mef in risposta ai dubbi sollevati dalla commissione Bilancio e dal Servizio Bilancio del Senato, nell’ambito dell’iter di conversione in legge del decreto-legge.

    I tecnici del Senato chiedevano lumi sul calcolo dell’ammanco di gettito dovuto al rinvio, sottolineando che la relazione tecnica non indica la metodologia e i dati con indicazione delle fonti e le informazioni mediante i quali giunge a indicare l’incidenza del gettito riferito agli acquisti di carburante per autotrazione effettuati presso impianti stradali di distribuzione. L’assenza delle informazioni, sottolineano i tecnici, “finisce per rendere aleatoria la stima presentata”. Analoghe considerazioni, si legge nella nota di lettura del servizio bilancio, valgono rispetto alla “differente propensione all’evasione degli esercenti impianti di proprietà delle aziende petrolifere e dei diversi soggetti della filiera della distribuzione”, non “supportata da alcuna informazione”. Lacune che potrebbero portare a “sottostimare l’onere derivante” dal rinvio.

    Considerazioni : Ma perchè prima di scrivere qualcosa non ci si ragiona un pò ? E che sia la politica a non farlo è grave. Tanto per cominciare si continua a confondere la questione dell’ evasione Iva nel contesto più generale della illegalità e gli effetti del rinvio a Gennaio 2019 della fatturazione elettronica per le cosiddette “partite Iva” in sostituzione della carta carburante. E’ possibile/probabile che l’evasione Iva per l’illegalità nel suo insieme superi anche 4 miliardi di euro/anno ma l’evasione fiscale per falsa maggiorazione degli acquisti di carburanti da parte delle “partite Iva” vale molto meno, qualcosa attorno ai 100 milioni, non per questo meno grave. Se facciamo confusione tra forme diverse di delinquenza ed il loro diverso valore economico significa che qualcuno non sa nulla di quello che è successo negli ultimi tre anni e che quindi non ha capito di che cosa stiamo parlando, con la conseguente domanda per quale motive abbia improvvisamente deciso di aprire bocca, anche se forse la risposta la conosciamo. Al Ministero dell’ Economia vorrei chiedere quali sono gli algoritmi che partendo dalla assunzione l”’ evasione delle pompe bianche è quadrupla rispetto a quelle colorate” consentano di valutare l’effetto dei sei mesi di rinvio della fatturazione elettronica per le fatture Iva. Come seconda domanda vorrei chiedere se con una presumibile ipotesi di evasion Iva pari a “zero” per le pompe colorate (le società petrolifere evadono l’ Iva ?) per quello pò che si dovrebbe ricordare di aritmetica elementare anche l’evasione delle pompe bianche sarebbe pari a zero perchè 4×0 = 0. Questo è solo per dire che quando si parla di certi argomenti la superficialità con la quale sono affrontati regna suprema.

    Il problema vero è un altro, quello di fare con le “pompe bianche” iI classico errore di “fare di tutta l’erba un fascio”. Sappiamo che molte reti “indipendenti” non hanno niente a che fare con l’illegalità perchè

    il carburante è acquistato in extra rete direttamente dalle società petrolifere, molto spesso f.co destino e lo dimostrano con i prezzi alla pompa che sono concorrenziali, ma non indecenti. Sostengo da tempo, anche in Assoindipendenti, che reti / singoli impianti “indipendenti” che non acquistano su mercati paralelleli di dubbia origine dovrebbero prendere qualche inizativa per distinguersi e dare un chiaro messaggio alla clientele sia in termini di serietà dell’ azienda sia come garanzia della qualità dei prodotti. Sono passati due anni da quando è stato lanciato l’idea di un “bollino blu” ma apparentemente non ha avuto successo. Se poi qualcuno provasse a convincermi che il problema non esiste …..

     

    4 Luglio 12 – SQ: Frodi carburanti, interrogazione Casini: rafforzare i controlli. Passo avanti con le nuove norme, attuazione impervia. “La liberalizzazione ha ridotto i prezzi ma lasciato campo libero ai rifornimenti illegali”

    “ La liberalizzazione della distribuzione dei carburanti “ha favorito una riduzione del prezzo finale del prodotto” ma, “in assenza di adeguati controlli, ha lasciato il campo libero alla possibilità per numerosi nuovi operatori di rifornirsi da canali illegali”. Lo sottolinea il senatore del Gruppo per le autonomie Pierferdinando Casini in un’interrogazione a risposta scritta presentata martedì in Senato, in cui chiede ai ministri dell’Economia e degli Interni “quali attività e iniziative intendano adottare per rafforzare la capacità di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine e la collaborazione internazionale e all’interno della Ue” sul fronte delle frodi. Nell’interrogazione viene individuata la liberalizzazione del mercato della distribuzione dei carburanti, combinata con l’assenza di adeguati controlli, come radice del dilagare del fenomeno. La liberalizzazione, si legge, “ha aperto il settore a nuovi operatori, dalla grande distribuzione organizzata alle pompe bianche. Ciò da un lato ha favorito una riduzione del prezzo finale del prodotto. Dall’altro, in assenza di adeguati controlli, ha lasciato il campo libero alla possibilità per numerosi nuovi operatori di rifornirsi da canali illegali, riuscendo così a offrire un prezzo basso del carburante grazie all’evasione di Iva e accise, che rappresentano una componente preponderante del prezzo finale. Sono numerose le inchieste che hanno individuato un legame tra questi operatori e gli operatori illegali: questi ultimi rendono disponibili, mediante il transito in depositi fiscali o l’uso di destinatari registrati, carburanti acquistati con operazioni fraudolente, successivamente rivenduti al consumatore finale a prezzi fuori mercato così da spiazzare gli operatori onesti”. (….)

    Considerazione : E bravo il Senatore Casini !… Con più di tre anni di ritardo è venuto a conoscenza del fenomeno delle illegalità nel mercato carburanti! In questi tre anni di che cosa si è occupato ? Certamente non di energia e dintorni e allora come mai questo interesse improvviso. Non perché oggi è all’ opposizione ?

     

    5 Luglio 12 – SQ : Frodi carburanti, FuelsEurope: serve un’ azione decisa dei governi. L’applicazione inefficace delle regole fiscali è un vantaggio per gli operatori illegali

    I governi devono agire con decisione per impedire che chi opera nell’illegalità tragga vantaggio dall’applicazione inefficace delle regole fiscali. Lo chiede l’associazione europea dei raffinatori FuelsEurope in una nota. L’associazione rappresenta tutte le 41 aziende che operano nella raffinazione nei 28 Paesi Ue, aziende che vendendo i prodotti raccolgono circa 270 miliardi di euro ogni anno in tasse per conto dei governi. Per questo l’associazione interviene nel dibattito sulla “grey economy” in corso “in alcuni Paesi Ue”, sottolineando che si aspetta che i governi assicurino che le aziende che rispettano le regole non siano danneggiate da operatori illegali che vendono carburanti e non raccolgono le tasse. Pratiche che danneggiano chi rispetta le regole e svolge questo ruolo importante per la società.

    Considerazione : E chi è questa FuelsEurope che rilascia una dichiarazione così acuta ? SE la potevano risparmiare.

     

    6 Luglio 13 – SQ : Frodi carburanti, che intenzioni ha il Governo ? Segnali preoccupanti di un allentamento del fronte della illegalità (G.Masini)

    Se avessi letto questo editoriale del Direttore di Staffetta Quotidiana, prima degli altri di cui sopra mi sarei risparmiato, e vi avrei risparmiato, gran parte delle mie considerazioni precedenti . La nota di G. Masini è completa nel fare un punto della situazione e la condivido al 100% lieto di sapere che su certi argomenti ci sia qualcuno che la pensa nello stesso modo. Se non lo avete già fatto vi invito a leggerla.

    “Il mondo dei retisti, dal quale è arrivato il primo accorato allarme sulla questione delle frodi, non

    avrà accolto con favore l’osservazione del ministero dell’Economia che ha messo le pompe bianche sul banco degli imputati: proprio il presidente di Assopetroli Andrea Rossetti ha più volte sottolineato il paradosso di una categoria economica che chiede allo Stato più controlli, più regole, più efficacia nella prevenzione e nella repressione. Come dire: cornuti e mazziati. Il rinvio dell’obbligo di fatturazione elettronica, da cui è nata l’osservazione del Mef, non farà certo la differenza nella lotta all’illegalità. A preoccupare è piuttosto il “contorno”. Anche perché, passato il primo luglio, non sono ancora percepibili grandi segnali di svolta. Oltre al rinvio, sono state diverse le indicazioni politiche – piuttosto chiare – arrivate sia dalle opposizioni che dal governo. Certo, il ministro Di Maio, nell’annunciare il decreto di rinvio a valle dell’incontro con le associazioni dei gestori, ha assicurato che la digitalizzazione e la fattura elettronica in sé non sono in discussione. Ma nell’ultima settimana abbiamo registrato altre due uscite di segno opposto.

    Il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci (Lega), in un’intervista al quotidiano online “Il Nordest quotidiano”, parlando della flat tax ha detto, tra l’altro, che, al di sotto di un certo volume di affari, “sarei per abolire l’obbligo della fattura elettronica che comporta solo costi per le imprese”.

    Un altro sottosegretario di via XX settembre, Massimo Garavaglia, ha espresso parere contrario del governo a un ordine del giorno del PD che chiedeva di “dare continuità alle politiche di contrasto all’evasione fiscale avviate nella scorsa legislatura, evitando di ridurre l’efficacia e la disponibilità degli strumenti operativi predisposti per tale finalità e di indebolire i risultati ottenuti con tali strumenti attestati dall’ingente recupero di risorse al bilancio pubblico” e di “escludere, nei prossimi provvedimenti e nel corso della legislatura, l’adozione di misure di condono fiscale, sotto qualsiasi forma o modalità, in favore di coloro che non hanno adempiuto alle proprie obbligazioni tributarie e contributive”. Nel respingere la proposta, Garavaglia ha voluto sottolineare che l’ordine del giorno “appare in contrasto con gli obiettivi in materia tributaria contemplati dall’accordo tra le forze politiche che sostengono il Governo, volto a segnare una positiva discontinuità nel rapporto tra fisco e contribuenti”.

    Ed è forse fiutando questo cambiamento di clima che negli ultimi giorni sono arrivate diverse interrogazioni parlamentari sul tema del rinvio. Interrogazioni che legano di volta in volta la questione della fattura elettronica al traffico internazionale di prodotti petroliferi o alla lotta all’evasione fiscale. Certo, si tratta del primo vero atto ufficiale del nuovo governo, e come tale è bersaglio obbligato per le opposizioni. Ma evidentemente sono piuttosto diffusi i timori sulle effettive intenzioni del governo, se è vero che un tema apparentemente così “di nicchia” ha attirato l’attenzione – per dirne una – dell’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, che in un tweet ha così stigmatizzato la scelta del governo: “il mancato gettito dal rinvio della fatturazione elettronica per i carburanti è di 57 mln nel 2018. Speriamo siano intraprese le azioni necessarie per iniziare la fatturazione elettronica per tutte le transazioni dal 1° gennaio 2019, come previsto. Il costo di un rinvio sarebbe molto alto”.

    Pierferdinando Casini (politico di lungo corso ma, a quanto ne sappiamo, piuttosto estraneo alle materie energetiche) ha rivolto un’interrogazione ai ministeri dell’Economia e dell’Interno, in cui ripercorre l’evoluzione del fenomeno con dovizia di particolari e riferimenti appropriati e approfonditi, in particolare per quanto riguarda il versante delle indagini condotte dalla Guardia di finanza. Un’interrogazione che si conclude con la richiesta di rafforzare la capacità di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine. Esigenza spesso manifestata proprio dalla Gdf, spesso, in passato, frustrata nelle proprie iniziative nel settore dalla mancanza di coordinamento e di strumenti adeguati.

    Altro elemento su cui si iniziano a sollevare interrogativi è l’atteggiamento dell’Agenzia delle Dogane. Molte delle nuove norme contro le frodi hanno infatti la caratteristica essenziale di essere preventive. E in questa prevenzione è fondamentale l’azione di controllo e verifica dell’Agenzia. Azione che per il momento, sulla base delle segnalazioni che arrivano dal territorio, non sembra aver registrato un salto di qualità. Per mancanza di input politico o per altro?

    Insomma, l’auspicio è che non si abbassi la guardia nella lotta alle frodi. Anche perché il meccanismo è degenerativo: più gli “illegali” prendono piede, più chi rispetta le regole vede assottigliarsi i margini. Le regole, a partire da quelle fiscali (ma includendo anche la compatibilità verificata con l’anagrafe dei punti vendita) devono essere il primo elemento concorrenziale, nel senso di avvantaggiare chi le rispetta.

    Il settore andrà incontro nei prossimi mesi e nei prossimi anni a ulteriori stravolgimenti, dal punto di vista degli assetti proprietari. Il rischio è che, nel momento in cui molti getteranno la spugna, a raccogliere il testimone ci sarà solo (o soprattutto) chi ha accumulato fortune operando nella “zona grigia”.

    Considerazioni: Solo alcune precisazioni, almeno dal mio punto di vista.

    1 – Il primo accorato allarme sulla questione delle frodi è arrivato dalle associazioni dei retisti ma forse non dal mondo dei retisti se con mondo intediamo la loro totalità perché, con un mercato della illegalità stimato già all’inizio attorno al 10 % è difficile credere che ad esso si siano rivolti solo singoli gestori.

    2 – La frase del sottosegretario all’ economia Bitonci , (“sarei per abolire l’obbligo della fattura

    elettronica che comporta solo costi per le imprese”) è sconcertante. Il costo per la comunità di una evasione fiscale che viene stimata all’ intorno dei 100 miliardi/anno dove lo mettiamo ? L’obbligo potrebbe anche cadere a condizione di un ritorno al limite di 1000 € per i pagamenti, come è oggi in Francia, Spagna, e con la Grecia a 1.500 €. Naturalmente è una opzione impossibile per ragioni politico-eòettorali.

    3 – Iniziative anti illegalità della Agenzia delle Dogane solo come prevenzione ? Scarsa importanza al controllo ? Senza il controllo che senso hanno disposizioni, regolamenti ?

    4 – Il futuro del settore nelle mani di “chi ha accumulato fortune operando nella zona grigia” non è soltanto un rischio teorico: da questo punto di vista temo che il futuro sia già cominciato.

    A.P.