News 01 Settembre 2018

Natalino Mori CEO presso Transadriatico e Membro del Consiglio Direttivo di Assoindipendenti con le sue considerazioni a valle della tragedia della Tangenziale di Bologna ci invita a riflettere

Natalino Mori CEO presso Transadriatico e Membro del Consiglio Direttivo di Assoindipendenti con le sue considerazioni a valle della tragedia della Tangenziale di Bologna ci invita a riflettere sul fatto che anche quando la Sicurezza è già al centro delle operazioni di distribuzione dei carburanti ci si deve preoccupare sempre di non aver mai fatto abbastanza e nei tempi dovuti.

 

Oggi è il 1° Settembre, virtualmente il giorno della ripresa al 100% delle attività, e per quello che ci è dato intuire il ricordo di qualche giorno di ferie si dissolverà in fretta. Per ricominciare con un po’ di fiducia nei confronti delle sfide che dobbiamo affrontare mi è sembrato opportuno invitarvi a leggere le righe che seguono. Che io sia un ammiratore di Sergio Marchionne credo che ormai lo abbiate capito e spero che mi concediate di parlarne ancora una volta, anche perché il messaggio e le parole della lettera che era solito inviare a tutti i nuovi assunti in FCA è assolutamente attuale e vale anche per tutti noi. Questa lettera, pubblicata su “Il Giornale” del 23 Luglio scorso, mi è arrivata grazie ad una segnalazione dii una cara amica vostra collega che evidentemente ne condivide la valenza. Vi lascio alla lettura del testo integrale e, se poi vi interessano, delle mie considerazioni a seguire.

 

Luglio 23 – Il Giornale : La toccante lettera che Marchionne inviava ai dipendenti Fca (di Giovanni Corato). Tutti i nuovi assunti in Fca ricevevano una lettera di benvenuto firmata dall’ad Sergio Marchionne: “C’è un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano ma le fanno accadere”

“Caro Collega,

Esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere. Non dimenticano i propri sogni nel cassetto, li tengono stretti in pugno. Si gettano nella mischia, assaporano il rischio, lasciano la propria impronta. È un mondo in cui ogni nuovo giorno e ogni nuova sfida regalano l’opportunità di creare un futuro migliore. Chi abita in quel luogo, non vive mai lo stesso giorno due volte, perché sa che è sempre possibile migliorare qualcosa. Le persone, là, sentono di appartenere a quel mondo eccezionale almeno quanto esso appartiene loro. Lo portano in vita con il loro lavoro, lo modellano con il loro talento. V’imprimono, in modo indelebile, i propri valori. Forse non sarò un mondo perfetto e di sicuro non è facile. Nessuno sta seduto in disparte e il ritmo può essere frenetico, perché questa gente è appassionata – intensamente appassionata – a quello che fa. Chi sceglie di abitare là è perché crede che assumersi delle responsabilità dia un significato più profondo al proprio lavoro e alla propria vita. Benvenuto in quel mondo. Benvenuto in FCA”.

F.to Sergio Marchionne

Il concetto di un pianeta frequentato da “due tipi di persone, quelle che lasciano che le cose accadano e quelle che le fanno accadere” non è nuovo perchè prima di Marchionne, un paio di secoli fa, un “anonimo” avrebbe scritto che “Ci sono tre tipi di persone , quelle che fanno accadere le cose, quelle che guardano accadere le cose e quelle che si stupiscono di ciò che accade”, frase che il sottoscritto ha utlizzato nel biglietto di auguri che vi ho inviato qualche Natale fa, un concetto che ho ripreso più volte in occasione di incontri e convegni vari. In realtà non è importante conoscere l’ “inventore” del concetto ma quello di averlo fatto proprio come filosofia di vita, nel lavoro, nel pubblico, nel privato. Perchè sostengo che la cosa ci riguarda ? Perchè guardando agli eventi che hanno caratterizzato questi ultimi anni non credo si possa dire che il sistema oil in Italia abbia agito in modo da “far accadere le cose piuttosto che lasciarle accadere”. Le cause ? Di alcune ne ho già parlato e sono quelle secondo me riconducibili a quel comune denominatore che si chiama

monocultura e che non prevede quella del cambiamento al mutare delle condizioni al contorno dei mercati in cui si opera. Questa monocultura non ha generato “sogni nel cassetto”, non persone che “si gettano nella mischia, assaporano il rischio e lasciano a loro impronta” imprimendone “in modo indelebile I propri valori”. Questa monocultura, che è di tutti noi, compreso di chi scrive, nel tempo si è ridotta a “monocultura della barricata”, del “meglio così perchè poteva andare peggio”, dell’ “ognuno per sè”, del “disordine delle idee e delle strategie” se non quella delle uscite, del disimpegno. Questa monocultura è quasi certamente la responsabile di gran parte delle nostre difficoltà di oggi, ma la questione più grave è che l’esperienza fatta apparentemente non ci è servita molto per capire che occorre cambiare. Quando le cose non vanno ogni momento è buono per cercare di cambiarle: anche un 1° settembre, simbolicamente la ripresa del lavoro dopo la pausa estiva, per dimostrare che il sistema è ancora capace di qualche reazione di fronte ai due “mega problemi” del momento: l’illegalità e la transizione energetica come ci viene proposta dalla politica, dalla ignoranza, dagli interessi di parte.

L’illegalità è ancora molto diffusa, lo è ormai da quattro anni con atb che trasportando gasolio di dubbia provenienza fisica e/o legale continuano a scorazzare per l’Italia, con impianti che continuano a praticare prezzi che rimangono impossibili malgrado le offensive dichiarazioni di qualche imprenditore che vorrebbe attribuirli ad impossibili fantasiose capacità manageriali, con un numero di depositi fiscali/commerciali difficile da giustificare sul piano delle normali operazioni. A distanza di due anni trovo ridicola la critica rivolta ad Assoindipendenti per aver pubblicato su un quotidiano nazionale una pagina di protesta a predominante colore nero perchè forse oggi, questa volta da parte di tutto il sistema, sarebbe forse da ripetere con una pagina ancota più nera e magari accompagnata da altre iniziative di grande visibilità (campagna di comunicazione su media nazionali e locali, acquisti solo sul mercato parallelo, ritardo versamento Iva, richiesta di pubblicazione esito dei procedimenti avviati da Procure varie negli ultimi quattro anni, identificazione rete di pv certtificati, sciopero/serrata di una settimana da parte di tutto il sistema “sano” – se non altro servirà ad individuare quello “non-sano”).

Il futuro della mobilità cosi come ci viene proposta nel contesto di una Transizione Energetica dove la politica e gli interessi di parte sembrano prevalere sullo sviluppo della tecnologia, sulle conseguenze nel sociale e sulla economia non lascia spazio per un, sia pure inevitabile, graduale, naturale, passaggio dall’era dell’ oil a quella di altre forme di energia. Anche se certi obiettivi sono solo frutto di facile demagogia e di opportunità elettorali, il problema è nel fatto di una situazione che non genera fiducia nel futuro, e quindi blocca iniziative, investimenti che pure sarebbero necessari per la gestione delle operazioni nel breve-medio termine. Un circolo vizioso, un vortice che fa accelerare il passo verso l’irreversibile. Il problema è nel fatto che non c’è confronto tra le parti perchè una delle parti è silente, assente, laddove essere assenti equivale ad essere perdenti, a tavolino prima ancora che sul campo.

Illegalità e transizione energetica due emergenze che non ci possono vedere ancora solo alla finestra, lasciando che le cose accadano. Viene in mente il ricordo di una poesia: “ Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare … ecc.” dove il Settembre voleva indicare il momento di un cambiamento, anche sofferto, ma necessario. Coraggio ! Diamoci da fare ! E cominciamo col dimostrare che facciamo sul serio. Come ? Ritrovandoci e discutendone insieme. Presto.

  • Mercato 1. Consumi petroliferi, aumento dell’ 1,5% in Luglio2. Margini carburanti, Agosto da dimenticare3. Snam con ENI e Api per 220 stazioni di servizio metano auto4. Metano auto, ora o mai più

    1. Lunedì 27 Agosto – SQ : Consumi petroliferi, aumento dell’ 1,5 % in Luglio. Bene le benzine (+1,5 %) e diesel (4,4 %)

    “ Dopo il leggero incremento dello 0,7% registrato nel mese di giugno, in luglio i consumi petroliferi sono aumentati dell’1,5% a 5 milioni 449 mila tonnellate (+82.000 tonnellate dai 5 milioni 367 mila di luglio 2017). In particolare sono aumentati i consumi di benzina (+1,5% a 671.000 tonnellate), sia sulla rete (+1,2%) che sull’extrarete (+6,5%), e quelli di diesel (+4,4% a 2 milioni 130 mila tonnellate, con la rete cresciuta del 4% e l’extrarete del 7,2%). Leggero l’aumento dei consumi di Gpl auto (+0,7% a 143.000 tonnellate).(….)

    Considerazione: Naturalmente superfluo annotare che l’incremento delle vendite dei carburanti extra rete è praticamente il doppio di quello della rete. Qualche tempo fa un notabile del sistema oil sosteneva che il segmento degli indipendenti non aveva futuro. Sic !

     

    2. Venerdì 31 Agosto – SQ : Margini carburanti, Agosto da dimenticare

    Dopo un luglio difficile, in agosto i margini sui carburanti sono andati ancora peggio, con la media mensile della benzina scesa a 0,139 euro/litro, da 0,144 euro/litro del mese precedente, e quella del gasolio scivolata a 0,127 euro/litro da 0,140 euro/litro. Giù anche la media degli ultimi dodici mesi, scesa a 0,147 euro/litro per la benzina (-1 millesimo) e a 0,134 euro/litro per il diesel (-2 millesimi). L’andamento negativo è scaturito da prezzi interni praticamente al palo, mentre le quotazioni internazionali sono state piuttosto ballerine.

    Considerazione : Con “numeri” di questo tipo non ci sarebbe l’obbligo per le Istituzoni di analizzare in dettaglio la situazione per cercare di capirne le cause ed il ruolo ? Competizione tra società petrolifere? Illegalità ? Altro ?

     

    3. Lunedì 27 Agosto – SQ : Snam con Eni e Api per 220 stazioni di servizio metano auto

    “ Il 6 agosto scorso, Snam ha annunciato di aver firmato due accordi per la realizzazione di stazioni di rifornimento di gas naturale e biometano in Italia, uno con Eni e uno con il Gruppo api, attraverso la controllata Snam4Mobility. Eni e Snam hanno firmato il secondo contratto applicativo per realizzare 20 nuove stazioni di rifornimento di CNG (gas naturale compresso) per autotrazione sul territorio nazionale. Contemporaneamente, Snam e Gruppo api hanno firmato un accordo quadro per la realizzazione, all’interno dei punti vendita di carburante a marchio IP, di circa 200 nuovi impianti di rifornimento di gas naturale e biometano sul territorio nazionale. Il contratto con Eni, a distanza di alcuni mesi dalla firma del primo applicativo relativo a un lotto di 14 impianti di CNG alcuni dei quali apriranno alle vendite entro il

    primo trimestre del 2019, ha per oggetto la progettazione, realizzazione e manutenzione da parte di Snam di 20 nuovi impianti di CNG all’interno della rete nazionale di distributori Eni. L’investimento per tali attività sarà nell’ordine dei 10 milioni di euro. “Con questa iniziativa, Eni intende rafforzare ulteriormente la sua offerta per la mobilità sostenibile: su una rete di 4.400 impianti, 3.500 erogano Eni Diesel+, il diesel premium con il 15% di componente rinnovabile prodotta da oli vegetali (inclusi quelli di scarto) presso la bioraffineria di Venezia attraverso la tecnologia proprietaria, mentre circa 1.000 impianti erogano GPL e metano (di cui 2 LNG e 180 CNG)”, ha sottolineato Eni in una nota congiunta. In base ad un altro accordo, Snam e Gruppo api “individueranno congiuntamente le stazioni di rifornimento di carburanti della rete ordinaria e autostradale a marchio IP (200, ndr) presso cui installare gli impianti per l’erogazione di metano per automobili (CNG, gas naturale compresso)”, ha spiegato la nota congiunta. Sono allo studio anche distributori di LNG (metano liquefatto) per i mezzi pesanti. La contrattualizzazione dei primi 30 impianti avverrà entro i primi mesi del 2019.(….) “

     

    4. Venerdì 31 Agosto – SQ : Metano auto, ora o mai più. L’attivismo degli operatori e le possibilità del settore al 2030. (G.Masini)

    “ È stato un agosto di grande attivismo per il metano auto. Segno che il settore ha compreso l’importanza di presentarsi ai decisori e all’opinione pubblica come soluzione immediatamente disponibile per una mobilità più sostenibile. E che la finestra temporale per farlo non sarà aperta ancora a lungo, vista la quantità di alternative che si vanno affermando e affacciando sul mercato. Una partita che si giocherà essenzialmente nel prossimo decennio, periodo di azione dei piano energia clima e sulle emissioni, e che riguarda i fornitori di gas, gli operatori delle infrastrutture, la rete carburanti e i produttori di auto. È sicuramente Snam uno dei soggetti più attivi su questo fronte: agli accordi con Eni e Gruppo Api di inizio agosto si è aggiunto negli ultimi giorni il memorandum firmato con l’operatore cinese State Grid (che di Snam detiene una quota attraverso Cdp Reti) per lo sviluppo del biometano e della mobilità a gas – proprio nella tana del lupo, quella Cina che sempre più spinge invece sull’elettrico. (….) Chi gli investimenti li ha già fatti sono gli operatori della rete. L’accordo con Eni e Api per lo sviluppo dei punti vendita (30 per api e 20 per eni contrattualizzati, ma l’accordo quadro con Api ne prevede 200 in tutto) porterà a un ampliamento della rete attuale di oltre il 15%. Investimenti che vanno ad aggiungersi a quelli già fatti nel GNL dai retisti, protagonisti assoluti per ora (tolti due punti vendita Eni) della nascita e crescita del comparto. Una rete, quella del GNL, che serve prioritariamente il trasporto pesante, ma che è anche molto apprezzata da chi ha l’auto a metano, visto che, allo stesso prezzo, il gas è più puro e ha quindi una resa maggiore rispetto alle normali stazioni a gas compresso. (….) Sul fronte del mercato auto, i dati sulle vendite dei primi sette mesi dell’anno sono confortanti, e testimoniano la continuità della ripresa dopo un biennio orribile. Le associazioni europee di settore Ngva ed Eba hanno mostrato grande ottimismo in una roadmap diffusa in settimana: decuplicare i veicoli circolanti nella Ue al 2030, con una forte spinta in particolare sul trasporto pesante, bus e veicoli commerciali. (….) Sia Snam che Eni, Api e NGVA-Eba sottolineano giustamente le virtù e le possibilità del biometano. Un settore che sta decollando: le iniziative di produzione vanno lentamente aumentando, come testimoniano le richieste di autorizzazione di impianti di cui diamo conto settimanalmente nella rubrica di monitoraggio degli atti regionali, e come certifica la stessa Snam con i dati sempre crescenti sulle richieste di connessione di impianti alla rete gas. Sono questi tutti elementi di cui dovrà tenere conto il ministero dell’Ambiente nell’inviare a Bruxelles la posizione italiana sul pacchetto mobilità proposto dalla Commissione. E che dovranno trovare spazio anche nel Piano energia-clima (che il Governo dovrà affrettarsi a mettere a punto entro la fine dell’anno) e nel Piano per la riduzione delle emissioni inquinanti (la cui scadenza è il 30 settembre). Ma dovranno tenerne conto anche i sindaci, che hanno in mano leve potentissime per orientare il mercato dell’auto. Un blocco del traffico per determinate categorie di veicoli, anche solo minacciato o prefigurato al 2020 o al 2030, può influenzare in modo determinante le scelte di acquisto.

  • Illegalità 5. Quale illegalità ?

    5. Sabato 1° Settembre – Illegalità : Quale illegalità ? Davvero abbiamo ancora un problema di illegalità ?!

    E’ solo una mia provocazione…. Come mai non se ne parla e non se ne scrive più ? Con il prossimo numero di Newletter la sezione “illegalità” è cancellata.

  • Energia e Politica / Istituzioni 6. Carburanti, la nuova legge del Veneto7. Rete carburanti, l’appello dei gestori al Parlamento8. Saltamartini (Lega) : “Eliminare commissioni su pagamenti Pos”9. Carburanti, novità in Abruzzo – Biometano, progetto Lazio

    6. Giovedì 2 Agosto – SQ Carburanti, la nuova legge del Veneto. Recepite le novità della Dafi, obblighi anche sul non-oil.

    È pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione Veneto n. 76 del 31 luglio la legge regionale (….) “Norme per la razionalizzazione e l’ammodernamento della rete distributiva di carburanti”. Con la legge, la Regione Veneto recepisce il dlgs Dafi 257/2016. Dovranno erogare anche GNL o gas compresso (GNC) e avere colonnine di ricarica elettrica (Quale logica ? Chi sostiene i costi ?) almeno veloce i punti vendita nuovi e quelli sottoposti a ristrutturazione totale, ad esclusione delle aree svantaggiate. La legge consente ai Comuni di concedere deroghe (???) per l’instalalzione di impianti che eroghino solo carburanti a basso impatto ambientale. L’obbligo, inoltre, non si applica ai procedimenti di autorizzazione in corso. Per gli impianti esistenti, gli obblighi riguardano i punti vendita che nel 2015 hanno erogato almeno 10 milioni di litri di benzina e gasolio o nel 2017 almeno 5 milioni di litri. I primi dovranno presentare il relativo progetto entro il 31 dicembre 2018 e realizzarlo nei 24 mesi successivi. Per i secondi il termine scade il 31 dicembre 2020, con sanzioni da 20.000 a 50.000 euro e revoca dell’autorizzazione da parte del Comune. Gli obblighi non valgono se sussistono gli ostacoli tecnici previsti dalla legge nazionale. La legge introduce inoltre l’obbligo, per gli impianti esistenti al 31 luglio 2018, di dotarsi di apparecchiature postpagamento, di attività commerciali e di servizi all’auto e all’automobilista. La legge è entrata in vigore il 1° agosto 2018.

    Considerazioni : Per una questione di principio quando si parla di razionalizzazione e ammodernamento della rete il concetto di “obbligo” mi lascia perplesso, per non dire contrario. Mi rendo conto che ha anche i suoi vantaggi ma abbiamo già sperimentato che opportunità commerciale, efficienza, efficacia e leggi difficilmente vanno d’accordo.

     

    7. Lunedì 27 Agosto – SQ : Rete carburanti, l’appello dei gestori al Parlamento

    “ Con una nota congiunta (del 2 Agosto) ai presidenti e ai vice presidenti delle competenti commissioni parlamentari di Camera e Senato, Faib Fegica e Figisc hanno denunciato il declino e della rete carburanti e chiesto un audizione urgente per avanzare proposte finalizzate al contrasto dell’illegalità diffusa. Per le associazioni, la fotografia aggiornata della rete carburanti a questo 2018 evidenzia la crescente polverizzazione della rete, che non ha eguali in Europa. Con 22.000 punti vendita, distribuiti tra centinaia di piccoli proprietari, dispersa tra convenzionati e pompe bianche, la rete italiana ha un erogato medio ben al di sotto degli indici di redditività media registrati nel resto d’Europa. Le associazioni stimano che 7/8 mila impianti andrebbero chiusi per incompatibilità, cifra cui occorre aggiungere almeno altri 3.000 impianti per inefficienza economica. “Questi punti vendita – si legge in una nota – dovrebbero essere avviati allo smantellamento in base al disposto normativo ma ostacoli diversi e mancanza di volontà rischiano di bruciare le buone intenzioni legislative. Questo quadro ha determinato una struttura completamente depauperata e inefficiente, in cui si sono fortemente contratti i consumi, ridotte le marginalità a favore dei gestori, amplificate le forti improduttività e incapacità di investimento. Gli effetti sulla gestione economica della rete si manifestano con la precarizzazione del lavoro, con il ricorso sistematico ad una contrattualistica irrituale ed illegale, con violazioni contrattuali finalizzate a conseguire vantaggi competitivi impropri, con un effetto drammatico in termini di redditività e occupazione che ha ridotto sul lastrico le gestioni rimaste”. Le associazioni denunciano che “le grandi compagnie stanno generalmente nelle regole, l’altro 50% ed oltre evade la normativa, fa dumping contrattuale, abusa della posizione economicamente dominante ed impone contratti da schiavitù. Siamo al caporalato petrolifero”. La nota poi denuncia “l’emergenza microcriminalità che anche di recente ha lasciato un segno violento a carico di due gestori, aggrediti brutalmente. La microcriminalità, così come l’illegalità diffusa, si affronta con la tracciatura di tutti i pagamenti. Ma la questione della moneta elettronica, i cui costi non possono gravare sui gestori carburanti, in quanto percentualmente pesa molto più che in altri settori, va affrontata in un’ottica di sistema e di ordine pubblico. In altre parole, il costo della moneta nella distribuzione carburanti arriva ad incidere per un quarto del reddito del gestore. Ciò è inaccettabile dal punto di vista dell’equità e dell’etica del lavoro, da una parte, e della strumentazione di contrasto all’illegalità nelle sue varie forme”. Per le associazioni “occorre che il ministero dell’Economia vada oltre la moral suasion verso le società di gestione dei pagamenti. Bisogna che svolga il suo ruolo di indirizzo e governo, imponendo condizioni ragionevoli alle transazioni sulla rete carburanti alla luce dei rilevanti interessi pubblici dati dall’introito di accise ed Iva e dall’interesse al contrasto all’illegalità e alla microcriminalità”. Infine, la nota sottolinea “la necessità di favorire cicli di strutturazione dei soggetti imprenditoriali che operano nel settore, favorendo anche forme di aggregazione per produrre economie di scala, anche gestionali, e l’incentivazione al ricorso all’introduzione di prodotti più ecologici che consentano di contribuire a contrastare l’inquinamento urbano. Quello della qualità dell’aria e della qualità dei prodotti petroliferi immessi per la mobilità dei cittadini deve assumere le caratteristiche di una forte innovazione indotta e sorvegliata legislativamente. Prodotti innovativi, colonnine elettriche, prodotti ecocompatibili, nuovi derivati dalla ricerca, sono punti ineludibili per il futuro del settore, fortemente segnati dall’assenza prolungata delle istituzioni governative”.

    Considerazioni : Un piccolo trattato, una breve “Summa Theologiae” applicata al mercato della distribuzione carburanti, che non poteva mancare con una politica, quella con la “P” maiuscola, sempre

    più gestita, e sia ben chiaro da tutti i partiti o similari senza esclusioni, in versione elettorale: nel caso delle rappresentanze dei gestori, quasi certamente per affermare la loro esistenza e difendere un ruolo ormai a rischio nei confronti del nuovo establishment istituzionale. Interessante scoprire che le rappresentanze dei gestori traguardano lo smantellamento del 50 % della rete attuale per incompatibilità ed inefficienza: un imprevisto “sorpasso” rispetto ai meno ambiziosi obiettivi che da sempre il “sistema oil” si è posto senza mai raggiungerli. A pensarci bene potrebbero anche aver ragione perché maggiore efficienza dei motori, metano, GNL, auto ibride (per il momento ignoriamo le full-electric) concorrenza tra fornitori, illegalità diventata endemica, potrebbero far aumentare di molto il numero degli impianti inefficienti. Comunque, OK si tratta dunque della riproposizione di un quadro ben noto ad uso dei nuovi politici che evidentemente si ritiene non lo conoscano. E allora ? Non vedo proposte, iniziative: prodotti innovativi, colonnine elettriche, nuovi derivati dalla ricerca, presenza delle Istituzioni, sono solo parole. A mio parere potevano risparmiarsi la fatica, ma lo dico con dispiacere.

     

    8. Giovedì 30 – SQ : Saltamartini (Lega) : “Eliminare commissioni su pagamenti Pos” Il presidente della commissione Attività Produttive anticipa i prossimi interventi in tema di concorrenza

    “ La presidente della commissione Attività Produttive Barbara Saltamartini ha promesso interventi per abbattere il costo dell’energia per le industrie e l’abolizione delle commissioni sui pagamenti Pos. Commentando a un anno di distanza l’approvazione della Legge sulla Concorrenza ha dichiarato al Sole 24 Ore: “Le urgenze sono diverse dall’eliminazione delle commissioni sui pagamenti via Pos, che avrebbe anche il merito di combattere l’evasione fiscale e regolamentare chiaramente situazioni quali quella dei taxi e di Über.” (….)

     

    9. Giovedì 30 Agosto – SQ : Carburanti, novità in Abruzzo ecc. Da : 275° puntata della rubrica che riporta gli atti ufficiali su energia, ambientetratti dai bollettini regionali.

    CALABRIA

    Depositi carburanti, tre ok

    Il bollettino n. 87 del 10 agosto riporta il decreto dirigenziale che autorizza la società CREA Petroli S.r.l. all’esercizio provvisorio del deposito commerciale oli minerali (gasolio, benzina, gasolio motopesca, gasolio agricolo, benzina agricola) sito nel comune di Ferruzzano. Nello stesso bollettino sono pubblicati il decreto dirigenziale che autorizza la società Edilizia Sisca s.a.s all’esercizio provvisorio per sei mesi del deposito commerciale di oli minerali, gasolio agricolo, situato in Cropani (CZ) e il decreto dirigenziale che autorizza la società GGS Società Cooperativa alla realizzazione (di un deposito) commerciale di oli minerali (gasolio agricolo). (Ed il numero dei depositi aumenta….. Gasolio motopesca a Ferruzzano che non è esattamente sul mare ? La società Edilizia Sisca intende stoccare gasolio agricolo ?!

    Colonnine elettriche, variazione al bilancio

    Il bollettino n. 89 del 24 agosto riporta la delibera della giunta regionale che dispone la variazione al bilancio di previsione e al bilancio gestionale 2018-2020 (….) per il finanziamento di reti di ricarica dedicate ai veicoli elettrici”, per una somma di euro 940.431,10 (Seconda cifra decimale ? Calcoli accuratissimi ? Quante colonnine nella Regione ?)

    LAZIO

    Batterie per fv, incremento contributi

    Il bollettino n. 32 del 10 agosto riporta la delibera della giunta regionale che incrementa la dotazione finanziaria del bando “Accumulo 2017” per la concessione di contributi per la diffusione dei sistemi di accumulo di energia elettrica da impianti fotovoltaici per un importo complessivo di euro 3.075.000 per finanziare le domande ammissibili.

    Auto, 6 milioni per rottamazioni Pmi

    Il bollettino n. 32 del 10 agosto riporta la delibera della giunta regionale che approva lo schema di contributi per l’acquisto di nuovi veicoli ad uso commerciale a basso impatto ambientale a favore delle micro, piccole e medie imprese, prevedendo una dotazione finanziaria di euro 6.000.000.

  • Transizione Energetica & Mobilità 10. Metano auto, la roadmap di Ngva-Eba11. Upstream Eni (Egitto e Alaska)

    10. Giovedì 30 Agosto – SQ : Metano auto, la roadmap Ngva-Eba – 13 milioni di veicoli a gas al 2030

    La g-mobility, cioè la mobilità a gas, è “una soluzione chiave, in grado di contribuire immediatamente a un’accelerazione più rapida verso un sistema di trasporto pulito e decarbonizzato”. Ne sono convinte le associazioni europee di settore NGVA Europe (Natural & Bio Gas Vehicle Association) ed EBA (European Biogas Association), che hanno pubblicato una roadmap per indicare il contributo possibile della mobilità a gas per migliorare la qualità dell’aria, anche attraverso il biometano. Le due associazioni stimano un potenziale di 12,6 milioni di auto a gas circolanti nel 2030, rispetto a 1,3 milioni attuali, pari al 12% del circolante complessivo. Quanto agli autobus, le associazioni stimano una penetrazione del 33% sul parco circolante, quota che scende al 25% per il trasporto pesante, con 280mila veicoli. Fortissima è prevista la crescita dei veicoli commerciali leggeri, che potrebbero passare da 9.000 circa a 190mila.

    Parallelamente a questa evoluzione, aumenterà anche la produzione di gas rinnovabile: nel 2030 le associazioni stimano un potenziale produttivo vicino ai 45 miliardi di metri cubi, a fronte di una produzione odierna di circa 2 miliardi di metri cubi, produzione teoricamente in grado di soddisfare l’intera domanda dei 13 milioni di veicoli, pari a circa 30 miliardi di metri cubi. NGVA ed EBA stimano tuttavia che nel 2030 il gas rinnovabile utilizzato nel settore dei trasporti in Europa sarà pari a circa il 30% della domanda. Con questa quota, sarà possibile una riduzione delle emissioni di gas serra superiore al 45% rispetto ai carburanti convenzionali su base Well to Wheel (dal pozzo alla ruota). Riduzione che può arrivare al 100% con una quota dell’80% di gas rinnovabile. Per raggiungere questi obiettivi, sottolineano le due associazioni, è fondamentale che il quadro legislativo si mantenga aperto a tutte le soluzioni, in quanto sarà necessaria “un’intelligente integrazione di diversi approcci tecnologici, compresa ovviamente l’elettrificazione, ed è necessario sfruttare le migliori combinazioni di motori efficienti e carburanti puliti e rinnovabili”.

     

    11. Giovedì 30 Agosto – SQ : Upstream Eni (Alaska ed Egitto). Acquistate 124 licenze esplorative da Caelus Alaska Exploration Company e nuove scoperte nel deserto egiziano-

    Alaska – “ Eni annuncia in una nota l’acquisizione di 124 licenze esplorative, che comprendono un’area totale di circa 1400 kmq, da Caelus Alaska Exploration Company, LLC. Le licenze si trovano nell’Eastern North Slope, in Alaska, ed Eni deterrà la quota del 100%. E’ da circa un anno che la compagnia petrolifera si sta rafforzando in Alaska. (…) Le licenze si trovano nell’Eastern North Slope, in Alaska, ed Eni deterrà la quota del 100%. E’ da circa un anno che la compagnia petrolifera si sta rafforzando in Alaska. (….) “Eni farà leva sul suo modello di business e la sua esperienza per effettuare una esplorazione accelerata e garantire un rapido time-to-market delle potenziali scoperte, al fine di generare valore a lungo termine per gli stakeholder e gli azionisti”. Eni ha già raggiunto una posizione di primo piano nel North Slope dell’Alaska e “questa nuova acquisizione rafforzerà ulteriormente la sua presenza in una delle aree petrolifere più promettenti degli Stati Uniti”, sottolinea la nota. (….) Negli Stati Uniti, Eni detiene interessi in 21 campi di petrolio e gas, di cui 11 operati, con una produzione giornaliera netta di circa 60.000 barili di petrolio equivalente al giorno (boed). Nel Golfo del Messico e in Alaska Eni detiene 109 licenze e ha una partecipazione non-operata nel giacimento di Alliance (shale gas, vicino a Fort Worth in Texas). In Alaska, Eni è operatore con il 100% del campo di Nikaitchuq e ha una partecipazione del 30% nel campo di Oooguruk, e detiene una produzione complessiva netta di circa 20.000 boed. (….)

    Egitto – “ Eni annuncia in una nota una scoperta a gas nel Deserto Occidentale egiziano. Il pozzo è stato perforato sul prospetto esplorativo denominato Faramid S-1X, situato nella concessione di East Obayed nel Deserto Occidentale egiziano (….) Eni è presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso la sua controllata IEOC. La società è il principale produttore del paese con una produzione equity pari a circa 320 mila barili di olio equivalente al giorno, destinata a salire nell’anno con la progressiva crescita della produzione del giacimento di Zohr.

    Considerazione : …. Ma l’ Ad di Eni solo all’inizio di Agosto non ha detto che il grande obiettivo è quello della neutralità carbonica vale a dire il bilancio zero tra emissioni generate e un obiettivo vero di tutti.

  • Varie & Eventuali 12. La democrazia digitale e i rischi della manipolazione (S.Passigli – Corsera)13. La cultura della sicurezza e la consapevolezza del rischio

     

    Vi riporto un articolo apparso su Il Corriere della Sera a metà Agosto ed una nota del nostro associato Dott. Natalino Mori perché mi sono sembrati meritevoli di qualche considerazione potenzialmente riferibile anche alle nostre vicende di tutti i giorni al di là degli specifici i temi trattati, soprattutto per quanto riguarda la nota di Mori.

     

    12. Sabato 18 Agosto – Il Corriere della Sera : La Democrazia Digitale e i Rischi di Manipolazione (Stefano Passigli)

    L’articolo di Stefano Passigli, disponibile in versione completa su Internet, tratta chiaramente di politica e se ho ritenuto che valesse la pena segnalarvelo non è certo perché intenda mettere in discussione la mission di a-politicità di Assoindipendenti. Per evitare qualsiasi equivoco al riguardo, avendo in mente che il tutto va riferito alle vicende del mercato che stiamo vivendo transizione energetica inclusa, vi invito a leggere questa parte dell’ articolo sostituendo alcune parole e concetti relativi: “Italia-Stato” con “mercato distribuzione carburanti”, “democrazia rappresentativa” “con “processi decisionali tradizionali”; “democrazia diretta” con “libertà di espressione e di agire in modo disordinato”. Forse una lettura un po’ azzardata ”, ma sempre con riferimento al nostro mercato, la “democrazia diretta” di oggi consente a tutti, proprio tutti, di esercitare il loro ruolo di tuttologi, quasi sempre sinonimo di incompetenti, esprimendo le loro opinioni, confrontandosi o confortandosi a vicenda con altri tuttologi e quindi facendo diventare realtà quelle che spesso sono soltanto invenzion o vere e proprie stupidaggini. In altre parole si tratta di un fenomeno del tutto simile alle “fake news” che infestano i social e l’associazione di idee mi sembra più che giustificata quando sul tavolo c’è la transizione energetica. Siamo diventati tutti esperti di energia, di clima ed energia, di transizione energetica e quando la voce di un esperto “verio”, qualunque siano le sue opinioni, vale quanto quella di un inesperto altrattanto vero, la “democrazia digitale”, che democraticamente si afferma attraverso il numero dei “like”, può solo creare confusione: ne abbiamo la dimostrazione. Personalmente credo nella “democrazia rappresentativa” che pur portando con sé il rischio dell’intervento distorsivo di organizzazioni intermedie “, nel nostro caso, Unione Petrolifera, associazioni degli imprenditori ma anche dei gestori, “Think Tank” di esperti “certificati”, una elite che forse non è solo luogo di incontro di “poteri forti” impegnati in “oscure manipolazioni”, forse ha motivo di essere e di essere ascoltata. Probabilmente assisteremo ad uno scontro titanico tra “competenza” e “like” e temo di conoscere il vincitore. Ma è solo un timore.

    Sono sempre più numerosi quanti in Italia affermano che la democrazia rappresentativa è in crisi. Tale crisi viene equata con la crisi dei partiti tradizionali e considerata come ormai irreversibile. A questa superficiale diagnosi si accompagna sempre più spesso l’indicazione dei meriti della democrazia diretta, ove il credo democratico dell’one man-one vote sarebbe finalmente pienamente realizzato senza l’intervento distorsivo di organizzazioni intermedie e di élite tali non per maggiore competenza ma per effetto di oscure manipolazioni (i «poteri forti»), e che con la loro stessa esistenza contraddirebbero l’eguaglianza assunta a principio unico della democrazia.(….) Il progresso tecnologico completerà il processo permettendo di consultare in tempo reale i cittadini e di affidare loro ogni decisione. (….) I limiti che essa oggi indubbiamente incontra nascono dai processi come la globalizzazione e internazionalizzazione delle principali decisioni. È proprio per ovviare ai limiti che tali processi impongono alla volontà popolare che ha trovato rinnovato slancio la richiesta di partecipazione.

    Ma la democrazia partecipativa (referendum consultivi, proposte di legge di iniziativa popolare, referendum abrogativi) è cosa ben diversa dalla democrazia diretta ove i cittadini possono trovare un reale potere decisionale solo in comunità di piccole dimensioni e su questioni di portata limitata (come nei cantoni svizzeri). Sulle grandi decisioni politiche la democrazia diretta, e ancor più la teorizzata democrazia digitale, affiderebbe al «popolo» solo il potere di dire un Sì o un No a domande non emendabili formulate da minoranze dirigenti (queste sì élite non sottoposte a controllo o competizione). Altro che regno della democrazia! Vivremmo in un regno di manipolazione permanente, ove le domande contano più delle risposte, laddove invece nella democrazia rappresentativa i cittadini possono intervenire nei processi decisionali e attraverso i propri rappresentanti e gli organi formativi della pubblica opinione imporre modifiche alle decisioni. (.…) È stato un grave limite della nostra classe politica ignorare tutte le proposte di iniziativa popolare, e spesso abusare del referendum abrogativo. Ma si tratta di istituti che assieme al referendum consultivo possono essere rivitalizzati dando nuova linfa alla democrazia rappresentativa, evitando di consegnarla agli apprendisti stregoni di una falsa democrazia diretta, troppo spesso manipolata.

     

    13. Giovedì 23 Agosto – La Cultura dellsa Sicurezza e la Consapevolezza del Rischio. Da Linkedin una nota di Natalino Mori, CEO presso Transadriatico e Mebro del CD di Assoindipendenti

    Natalino Mori ha scritto: “ Ho volutamente atteso che trascorressero alcune settimane dal tragico incidente di Bologna con un duplice obiettivo: tirarmi fuori della discussione a caldo tra “esperti” e riflettere il più possibile con la mente ed il cuore sgombro della emotività delle prime ore.

    Le immagini televisive ed il web non hanno concesso agli italiani alcuna possibile divagazione dal

    pensiero che tale incidente sarebbe potuto accaderenanche vicino alle proprie casa o mentre ci si fosse trovati in coda in autostrada. Quelle immedisimazioni spesso svaniscono nel giro di pochi giorni soprattutto se la quotidianità e, ancora di più, la cronaca non ci propongono altre valide ragioni in positivo in negativo. Purtroppo la immane tragedia di Genova rappresenta uno di questi casi.

    Ebbene per chi come noi opera costantemente in tali contesti pericolosi la spinta emotiva esterna può rappresenatre un ulteriore stimolo all’ approfondimento. Del resto nelle ore ve nei giorni immediatamente successivi all’ esplosione di Bologna mi sono trovarto a ricevere richieste di informazioni sulla mia attività, sui rischi, sui dispositivi di prevenzione, sulla formazione degli autisti e sulle coperture assicurative, da tipologie diverse di persone: conoscenti, amici, parenti, colleghi, consulenti, organi di controllo, ma soprattutto clienti/committenti.

    Se per gran parte di quelle categorie ho compreso le naturali ragioni di curiosità sospinta dalla emotività, per l’ultima, quella dei clienti (dei potenziali clienti) dei nostri servizi di trasporto sono rimasto positivamente sorpreso dallo straordinario e spericolato approccio investigativo messo in campo nella circostanza. Non ho usato a caso i due aggettivi.

    Infatti i dubbi e gli interrogativi sollevati sono apparsi in primo luogo assolutamente inusuali rispetto a gran parte dei normali temi sui quali ci si confrontanelle occasioni più no meno formali.

    Peraltro il tema della sicurezza e dei rischi connessi al trasporto viene sempre da noi proposto pervicamente per sottolineare l’esigenza di una valutazione del proprio fornitore che difficile varca le “Colonne d’ Ercole” della TARIFFA del servizio. La stessa proposizione del rischio di coinvolgimento e di Responsabilità Condivisa del Cliente (prevista da una legge dello Stato Italiano mai abrogata) in caso di inadempimento da parte del Vettore e di incidente grave, viene nella migliore delle ipotesi derubricata con la richiesta di massimali assicurativi APPARENTEMENTE capienti al Vettore e dalla disponibilità da parte del cliente di una polizza per imprecisati rischi dell’ attività.

    Del resto la reazione dell’ interlocutore, salvo pochi casi illuminati, può essere evidentemente giustificata dalla mancata ricezione di corretta informazione dalle organizzazioni a cui aderisce: spesso esse temono di essere additate dagli associati di non aver saputo difendere abbastanza gli interessi della categoria mostrando la valenza della norma. Ma grossa responsabilità alberga nei miei colleghi trasportatoriche, pur di ottenere un servizio sottocosto, diffondono notizie confortanti sminuendo la portata del tema della Sicurezza in termini gestionali, patrimoniali e soprattutto etici.

    Ovviamente il tutto avviene mentre qualche buon consulente della comunicazione della comunicazione del cliente predispone il sito aziendale e la brochure in cui lo slogan “safety first” campeggia in mezzo a sfumatori verdi ad esaltare il carattere eco-friendly dell’ azienda.

    In questa circostanza la strategia dello struzzo che preferisce non guardare ed affrontare il problema è stata sorprendentemente abbandonata da alcuni operatori che, sprezzanti del pericolo di perdere la soporifera tranquillitùà della inconsapevolezza, si sono posti (e mi hanno posto) quesiti sempre più approfonfditi, andando a scavare tra io rischi più improbabili e simulando eventuali reazioni giudiziarie a catena che potessere andare a coinvolgere la propria azienda, il patrimonio e gli amministratori rispettivamente in sede civile e penale.

    La discussione sulla tragedia di Bologna, se per i media è passata in secondo (ma forse settimo) piano per via dell’ incredibile catastrofe di Genova e delle polemiche politiche conseguenti, è al contrario molto viva nella quotidianità degli operatori del settore: autisti, vettori, depositi, compagnie petrolifere, retisti ed extraretisti e altri ancora.

    Ha lasciato nel mondo del trasporto di merci pericolose in particolare, una ferita profonda di preoccupazione e di ansia che per diverse ragioni dobbiamo essere capaci di superare da uomini e da operatori professionali. In primis perché svolgiamo un servizio di rifornimento di beni di prima necessità pertanto non possiamo avere verosimilmente esitazioni. Ma soprattutto perché le tragedie che si sono verificate nel 2018 devono essere uno stimolo a formarci, rispettare TUTTE le indicazioni di sicurezza che già esistono (non solo qielle normative) e ricercare ulteriori pratiche di prevenzione e di autovalutazione del rischio. Altrimento il sacrificio del povero collega Andrea Anzolin sarebbe solcato da un ulteriore vilipendio dopo quelli riservatigli pubblicamente dai tanti tuttologi che pochi giorni dopo hanno dovuto sfoggiare granitiche competenze oltre che nei trasporti anche in ponti ed infrastrutture.

    Ho evocato poco fa l’autovalutazione del rischio perché non operiamo in un ciclo di produzuione statico nello spazio e nel tempo come in una industria: la guida, il carico, lo scarico e tutte le attività connesse al nostro servizio sono diverse per ognuno di noi, in ogni istante e in ogni luogo dove ci troviamo. Pertanto abbiamo il DOVERE di essere preparati a valutare immediatamente, costantemente le nostre condizioni e quelle del contesto in cui operiamo: la VALUTAZIONE DEL RISCHIO. Questa definizione è ormai così inflazionata dagli adempimenti normativi delle aziende che forse non badiamo al suo significato cncreto. Ci si sente nella migliore delle ipotesi obbligati a predisporre DVR,DUVRI e DIVRI e magari se ne dà incarico al primo consulente che passa o a quello che ci fa spendere meno (metodo “copia-incolla”), senza cogliere la grande opportunità offerta da questi documenti: griglie, strumenti con cui VIVISEZIONARE le nostre attività, anche quelle apapltate a terzi, con la chiave di lettura della SICUREZZA e non del business o del tempo da risparmiare.

    Spesso si assiste a dipendenti ed imprenditori che partecipano ai corsi di formazione con poco interesse e coinvolgimento magari nella convinzione che chi ha pensato quelle procedure non ne sappia nulla del nostro mestiere: al contrario esse sono la risposta preventiva a qualche tragedia accacduta lontano da noi, di cui forse solo quelli che cercano eventi curiosi nei social hanno avuto notizia. Ebbene tutti noi dobbiamo tornare ad alimentare la cultura della sicurezza affinchè ci fornisca le abilità immediate per valutare i rischi ed essere preparati a gestirli.

    Non esiste organizzazione che possa reputare di aver raggiunto un soddisfacente livello di sicurezza nelle operazioni, non esite un riferimento, un benchmark: vale esclusivamente l’imperativo di migliorarsi e se proprio devo chiudere permettendomi di offrirvi un aiuto concreto alla riflessione torno sul concetto di Valutenzione del Rischio.

    Prendo in prestito una definizione trovata sul web: tecnicamente “con il termine VALUTAZIONE DEL RISCHIO si fa riferimento alla determinazione quantitativa o qualitativa del rischio associato ad una situazione ben determinata minaccia conosciuta (detta “pericolo”). Una valutazione del rischio quantitativa richiede la deterninazione di due compèonenti del rischio: la gravità di una potenziale eprdita (detta “magnitudo”) e la probabilità che tale perdita si realizzi”. Ebbene l’incidente di Bologna, dove le cose potevano andare anche peggio, è sicuramente molto uitile per cogliere la magnitudo di un incidente in cui è coinvolta una autobotte con decine di tonnellate di benzina, gpl, gnl, ecc.. Mentre per la probabilità basta verificare quanti incidenti simili sono accaduti in Italia negli ultimi 12 mesi in Itala con la stessa tipolgia di automezzi. A voi l’esercizio!

    Natalino Mori “

    Considerazioni: In queste frasi diventa tangibile l’emozione, forse ancora molto forte, di una sventura che ha colpito il settore nel quale opera l’amico Mori, peraltro non diversamente da quella di tutti noi a fronte delle tragedie che hanno segnato il mese di Agosto. Le parole fanno percepire la coscienza di lavorare già avendo ben chiaro che, per ragioni diverse dove quelle morali vengono prima di quelle economiche, la Sicurezza è al centro delle operazioni di questa particolare attività, e non solo, ma c’è anche la preoccupazione di non aver mai fatto abbastanza e nei tempo opportuni. Sono parole che invitano a riflettere sulla necessità di considerare la sicurezza delle operazioni come uno degli obiettivi principali di una azienda e quindi di gestirla di conseguenza. Ho conosciuto tempi in cui, in una certa società, i Comitati Operativi settimanali ai quali partecipavano tutti membri del Board, le presentazioni e discussioni su operazioni commerciali e di raffineria, vendite, margini, ecc. erano sistematicamente precedute da un report sulla sicurezza, risulati ed iniziative. Anche se i risultati di una tale “safety policy” sono stati straordinari non mi sento di suggerirvi certe ritualità, ma solo di rivisitare la materia con la giusta frequenza. Mi chiedo se in Assoindipendenti non sia il caso di prendere qualche iniziativa al riguardo.

    AP